DEL SESTO CONGKESftO
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conveniente in relazione al clima ed al suolo. L'agricoltura adunque è tra noi un'arte che rimonta alla tradizione. Rw cogliamo perciò diligentemente le pratiche campestri di
(li un concio cosi attivo, o die servirebbe ai! accrescere vie più In prosperità della nostra agricoltura.
« Ninno, p t quanto io mi sappia dopo molte licere Le l'alte, t r^ noi la sansa corno letame, considerandola inutile piuttosto clie dannosa; e perciò si getta questa materia l'orse per iataia quattrocentomila all'anno (litri 9,771,960) piccola essendo la porzione ebe si arde sui foco! ii e nei forni domestici. Nè mi è riuscito il trovare che in altri paesi di ulivi si adoperi a tale uopo. Pure dovremmo inferire il vantaggio che se ne avrebbe come concio da quello di altri semi oliosi, impiegati efficacemente ad alimentare la nutrizione dol!e piante; siccome già disse Filippo Re nel suo utilissimo Saggio sui letami e recentemente il signor Martin nel suo eccellente 1ruttato sugi'ingrassi. Io ho incominciato a fare dell' esperienze, che mi condurranno tra non molto a giudizi indubitati, in quanto all'azione della sansa come governo, sia pei cereali, sia per gli stessi ulivi. E perchè il servirsene in un modo anzi che iu un altro, potrebbe cooperare più o meno allo scopo, vado adoperando la sansa fresca, macera, ridotta in polvere; tenendo però conto esatto della s,>esa necessaria a macinarla, a fino di vedere se convenga o no a confronto dell'effetto e dell'economia. Desidererei intanto conoscete so in qualche luogo d'Italia fosse in uso cotal materia por letame, in qual modo, e a che. Quando ciò fosse, pregherei i diligenti agricoltori a raccòglierò e pubblicare le relativo notizia; come io farò subito che l'esperienza mi abbia bene illuminato. Potrei già dire su questo, che un campo da me letamato in quest'anno verso la fine di febbraio con sola sansa fresca e senz'alcuna preparazione seminato a scandella, ha fruttato comò se fosse stato concimato a letame animale. Io considero l'esperimento felice come di buon augurio; poiché mi sembra che il momento in cui è stata adoperatala sansa, e il corto tempo datole per Li sua azione, fossero due cose le meno favorevoli all'effetto che so ne può sperare.
« Forse ciò che io sto proponendo e sperimentando si usa per pratica inveterata o con grande profitto in alcun luogo della nostra Italia: come sarà di molte altre cose agrarie utilissime, confinate in qualche angolo, o non valutate dal sapiente per farne" soggetto delle sue cure e della sua penna. Io mi do a credere eli? noi italiani potremmo comporre in agricoltura un codice de' più perfetti, esponendo hemplicemente le usanze nostre. Un paese, contro della civiltà e del sapere da tempi remotissimi oltre al dominio della storia, per tanti e tanti secoli pieno di attività intellettuale e materiale, deve aver toccato la perfezione nella prima tra le arti per le necessità della vita, nella più nobile per la opinione di quella tra le nostre nazioni che dominò sul noto Mondo, nella più conveniente in relazione al clima ed al suolo. L'agricoltura adunque è tra noi un arte