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GIUSEPPE DETIKCEK2I
cerche «alla legislazione delle acque per riguardo alle irrigazioni, non potendosi altrove che nelle savie e rette leggi rinvenire il primario fondamento d'ogni civile ed economica istituzione, e vollero che come a dire in un lavoro preparatorio io qual segretario presentassi alcune principali idee su questo importantissimo argomento per raccoglier poscia su di esse gli avvisi di tutti i componenti della Commissione e così poter divenire ad un rapporto definitivo.
Di molti e pregevolissimi lavori e documenti, inviatici da alcuni nostri soci e da altri dotti uomini italiani e stranieri, è già ricca la nostra Commissione. E dalla mia parte non solo ho cercato di riunire gli autorevolissimi avvisi delle SS. LL., e di raccorre le disposizioni ed i progetti di leggi delle più civili nazioni su questa materia e le sentenze dei più gravi scrittori, ma ho impiegato tutte le mie deboli forze per studiare una quistione così ardua e così generalmente ventilata a questi giorni qual'è quella che abbiamo alle mani, persuaso come sono dell'importanza delle nostre ricerche. Chè ben ho ponderato l'immenso vantaggio che derivar deve in ispecialità alle regioni medie e del sud dell'Italia dall'introdurre una lodevole economia nelle acque ad imitazione dei nostri paesi settentrionali, e mi è sembrato nel benefico uso di quelle di scorger la via più spedita per far passare una nazione, com'è la nostra, dalla miseria all'agiatezza ed il mezzo più sicuro per causare le grandi variazioni ne' ricolti, cagioni primarie delle carestie. Maggiormente mi animavano a questi studi la gran prosperità del Piemonte e della Lombardia, ed in ispecie del maraviglioso territorio milanese, derivante da questo precipuo fonte e il ricordare quanto la civiltà sia collegata massime in Italia ai progressi dell'agricoltura, e dall'altro canto la considerazione che in non poche nostre regioni ora le acque per non potersene disporre son di sì piccol valore, che una massa di esse, che in Piemonte e in Lombardia rappresenta un capitale di oltre un milione di franchi, altrove sovente a mala pena ne rappresenti quello di dieci o dodici mila, e che questa immensa differenza, e pressoché inconcepibile, quasi direttamente proceda sol dalla differenza