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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
Vari de' miei amici degli Abruzzi, fra' quali non pochi Consiglieri Comunali e Provinciali, mi hanno diretto di questi giorni, per così dire, come alcuni quesiti relativi alla prosperità di quelle Provincie, i quali tutti, mirando ad un comune desiderio, potrebbero quasiché esser tradotti in queste parole: « Che dovran fare i Consigli Provinciali dei tre Abruzzi per promuovere la prosperità di quelle Provincie? » Dirò francamente che, se quelle lettere mi hanno fatto grandissimo piacere come segni di affetto, che mi portano molti de' miei comprovinciali, non minor contento mi hanno arrecato persuadendomi come in quelle Provincie generalmente si comprende l'importanza che si acquista divenendo parte di un grande Stato, e come forte si sente il dovere di rispondere con intelligenza ed energia ai nuovi bisogui, i quali satisfatti potranno collocare quelle contrade, per lo innanzi infelicissime, fra le più floride d'Italia. E di vero gli A-bruzzi, sebbene comprendano una superfìcie di 13 231 chilometri quadrati ed una popolazione di 917 000 abitanti 1) e tanto sieno stati favoriti da natura per varietà di clima e per ubertosità di terre, limitati come erano da estesissima spiaggia al tutto impraticabile per difetto di porti dall'Oriente, da barriere doganali e politiche dei Governi dei Borboni e del Papa dal Settentrione e dall'Occidente, con niuna strada che li riunisse alle Puglie, e con mezzi di comuni- |