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Opere Complete
Volume Primo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1912, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   COLTIVAZIONE DEL COTONE 7
   chia e dal dispotismo militare; ed in alcune parti, come nella Guiana inglese ed in Barbados
   la maggiore utilità che si ritrae dallo zucchero e da altre coltivazioni. Il Brasile difetta grandemente di lavoratori. Gli altri paesi non potrebbero produrre gran copia di cotone. In Europa finalmente la Russia non possiede che piccolo territorio atto a questa coltivazione; per la Turchia Europea non potremmo ripetere che ciò che testò osservammo ragionando della Turchia Asiatica, ed il Portogallo, la Grecia, le Isole Ionie e Malta non potranno produrne che piccola quantità. La Svigna nelle sue provincie del mezzogiorno potrebbe coltivare largamente il cotone, ove trovasse modo di trar profitto di questa, come di tante altre sorgenti di ricchezza, che abbondantemente possiede. Ma fra tutti i paesi non ve ne ha alcuno che di pre- itali sente si trovi in migliori condizioni dell'Italia per produrre immediatamente una grande quantità di cotone.
   Son dolente di dover restringere così vasta discussione in tanta brevità di ragionamento. Ma dalle generalità che abbiamo premesse intorno a questa grande industria, e da quello che testé in particolare ci faremo ad osservare per rapporto all'Italia, confido che dovrà nascere negli animi di tutti quella stessa convinzione che un numero infinito di fatti e di osservazioni ha indotto nell'animo mio; che molte regioni cioè potranno produrre maggiore o minore quantità di cotone, ma che gli Stati Uniti di America, le Indie Orientali e l'Italia sono i tre principali paesi, che dovranno somministrare la più gran massa di cotone al sempre crescente bisogno dell'attuale civiltà. Potrà il cotone essere per l'Italia quella stessa sorgente di ricchezza e prosperità, che finora ò stato G. Devincjìnzi  Opere Complete. Voi I,