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Opere Complete
Volume Primo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1912, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rassegna le sue forze economiche, su cui dovrà necessariamente basarsi la sua grandezza e la sua potenza politica. Appariva inoltre chiaramente l'altra grande utilità, che potevamo ritrarre da un'Esposizione Internazionale, quasi al oominciamento della nostra rigenerazione politica, por ben conoscere e studiare gli elementi di prosperità che possediamo, per ricercare i mezzi di svilupparli e per vedere quale abbia da essere l'avviamento migliore da dare al nostro avvenire economico.
   Il E. Comitato ben comprendeva che per conseguire tutte queste cose doveva far molto più di quello che altri Stati per avventura si apparecchiassero a fare, poiché l'Italia si trovava in condizioni ben differenti da tutte le altre nazioni. Riposò principalmente sulla cooperazione degli uomini più intelligenti del paese. Siamo lieti di poter dire che questa speranza si sia pienamente effettuata, e che mediaute l'operosità e l'energia di un grandissimo numero d'Italiani già abbiamo raggiunto alcuni dei propositi presi di mira, e siamo pienamente convinti che in appresso tutti gli altri saranno conseguiti del pari.
   L'ordinamento di un'Esposizione di un vasto paese, massime quando sia parte di un'Esposizione Internazionale anche senza straordinarie difficoltà, è cosa gravissima sopra molte altre. Alcuni Stati d'Italia, come il Piemonte e la Toscana, avevano concorso alle Esposizioni Internazionali del 1851 e 1855 a Londra ed a Parigi; ma, tanto per la quantità degli oggetti esposti, quanto pel numero degli Espositori, non ne offrivano alcun antecedente da imitare. Le varie Esposizioni degli antichi Stati e la prima Esposizione Italiana, che aveva luogo a Firenze il passato anno, ne lasciavano molti savii insegnamenti, e non poco ne tornarono utili per conoscere le nostre industrie; ma come son differenti gli scopi dello Esposizioni nazionali, così ne debbono essere differenti gli ordinamenti.
   Dovè dunque il R. Comitato provvedere ad un ordinamento generale e particolare dell'Esposizione, del quale lascia memoria nei suoi Atti Ufficiali pubblicati per le stampe. Per le industrie, in forza del R. Decreto del 28 aprile 1861,