bilire un deposito di molte qualità di vini italiani pr'-o una nota casa a Londra l). Già questi vini si vendono j n Inghilterra e sono apprezzati e se seriamente rivolgeremo l'animo a migliorare questa produzione, certo questo paese ne potrà offrire un larghissimo mercato.
Abbiamo del pari rivolto le nostre cure ad un'altra industria, che potrà divenir sorgente d'immensa ricchezza per l'Italia, a quella cioè della coltivazione del cotone. Se dall'Esposizione Internazionale del 18G2 non avessimo ritratto altro vantaggio che quello di aver posto nella pubblica opinione questa gran questione economica italiana potremmo esser contenti dei nostri risnltamenti. Dopo che uno di noi ebbe inviato alla S. V. la Relazione intorno alla coltivazione del cotone in Italia 2), ricevemmo il quinto Rapporto Annuale del Comitato esecutivo dell'Associazione Cotoniera di Manchester, che è la maggiore autorità in fatto del commercio del cotone, che ora sia in Inghilterra. Or ecco come vi si ragiona di questa nostra futura industria: « Cinquant'anni fa l'Italia somministrava quasi tutto il cotone che si consumava sui principali mercati di Europa. Poscia le cattive condizioni delle provincie meridionali, a cagione del difetto della sistemazione delle acque, dei canali d'irrigazione, delle strade e dei porti, quasi annientarono in quel paese questa coltivazione, essendo impossibile con tali svantaggi, a cagione dell'abbassamento dei prezzi, di competere coll'America e colle Indie. La produzione annuale ora arriva a 20 o 25 mila balle. Il Governo italiano sta rimuovendo tutti questi ostacoli, e questa coltura dovrà tornare a fiorire in Italia. In molte provincie i terreni ed il lavoro hanno un prezzo assai tenue, e già le vie di comunicazione si stanno migliorando. Siamo assicurati da buona autorità, che il cotone possa essere coltivato con profitto in Italia, vendendosi al prezzo di 4 a 6 pence la libbra in-
') I. and R. M e Cracken, 7, Old Jewiy.
2) Beila coltivazione del cotone in Italia; Relazione al Ministro di À-gricoltura, Industria e Commercio, Marchese G. N. Pepoli, di G. Devin-ceazi, Deputato al Parlamento, Commissario Generale del Regno d'Italia 111 l'Esposizione Internazionale del 18G2. Londra, 1862.