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giuseppe devincenzi
lode clic noi possiamo dargli, sendochè son troppo rari quo' nobili ingegni, i quali allo studio delle scienze uniscono eziandio quello delle lettere.
Antonio Muri
In fine di questa edizione della Minerva Sebezia sono una Appendice ed una Giunta dell'Editore e qui riproduciamo l'una e l'altra a maggiore intendimento dell'opera e a riprova del bel nome fattosi dal Devincenzi ancora molto giovane fra i primi scienziati e letterati del suo secolo.
A pp endice:
« Questo discorso del Devincenzi, in cui sono gettate le basi di una nuova scienza delle leggi, e nel quale forse per la prima volta viene giustamente apprezzata quella rilevantissima parte di esse che riguarda la pubblica amministrazione, fu dall'Autore dato fuori nel 1837 come un saggio di una sua opera intorno alla Filosofìa Civile, che il dotto pubblico attende con ansietà. Lasciando i giudizi che ne diedero i giornali, avvisiamo far cosa grata ai nostri leggitori qui trascrivendo tre lettere di tre dottissimi italiani dirette intorno ad esso al Devincenzi, le quali abbiamo ottenuto dalla somma amicizia che ci lega all'egregio Autore.
« Chiarissimo Signore,
Ella mi è cortese di lodi che la coscienza non mi permette d'accettare, le quali sono grande indizio della bontà dell'animo suo che in lei fa velo a un giudizio così squisito qual nel suo Discorsco filosofico della scienza delle leggi si manifesta. Io ho letto con sommo piacere questo suo aureo ragionamento in cui la sapienza dell'idee non si scompagna da uno stile gastigato, e puro senza affettazione, e s'ella recherà ad effetto il suo intendimento di fare di pubblica ragione la sua opera intorno alla Filosofia civile non potrà più dirsi che le scienze morali manchino in Italia d'un linguaggio schietto ed efficace. Presenterò ai miei colleghi