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Opere Complete
Volume Secondo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 487

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

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   primi fattori della ricchezza nazionale, come i primi fattori della civiltà, sono i mezzi di comunicazione, ossia le strade. Tutta quella deficienza di pubblica entrata, che si verifica nelle provincie meridionali, nella Sicilia e nella Sardegna è la conseguenza naturale della deficienza delle strade. E ricordando che noi esigiamo 500 milioni d'imposte, è facile cosa il vedere come, se quelle provincie avessero strade, e si trovassero nelle condizioni in cui si trovano le provincie del centro e del nord pei mezzi di comunicazione, rapporterebbero alla finanza almeno da duecento a trecento milioni di lire di più all'anno.
   Non è a dire quale differenza «li prodotti dia la terra, quale sia la differenza di ricchezza generale tra un paese fornito di mezzi di comunicazione e un paese che ne difetti. I mezzi di comunicazione sono, come dicevamo, i primi fattori della produzione. Niun paese può dare il prodotto, cui la natura lo ha destinato, se manca delle strade.
   Se deve gravare alla finanza di perdere due o trecento milioni all'anno, se queste considerazioni finanziarie sono gravi, ve ne sono, o signori, delle altre di gravità anche maggiore. Imperocché quest'annua perdita di 200 a 300 milioni, che si fa dalla finanza, se è vero che le imposte rappresentano circa il decimo della produzione nazionale, significa che quelle provincie per la mancanza di vie di comunicazione perdono annualmente da due a tre miliardi. Questa è cosa di tanta importanza che non potrà non richiamare la nostra attenzione. Ne sarà ora facile il vedere come la maggior parte dei mali, che ad altre cause si sogliono attribuire in alcune provincie d'Italia, tutti, o la massima parte almeno, dipendano da queste tristissime condizioni economiche.
   Infatti quando per mancanza di un fattore della produzione voi togliete alla metà dell'Italia un prodotto animale di due a tre miliardi, evidentemente voi riducete quelle popolazioni ad uno stato così anormale, che non è da maravigliare se un certo malessere in esse del coutinuo si manifesti, malessere di cui esse stesse non conoscono le cause, ma che soltanto deve attribuirsi allo stato economico.