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ferrate proficue, quando non vi siano dei mezzi facili di trasporto dai luoghi abitati a quelle strade.
Quindi ne deriva una seconda quistione finanziaria importantissima. Finché non avremo le strade ordinarie, che rannodino alle ferrovie le popolazioni, noi pagheremo nella massima parte questa gravissima garanzia.
Ma io già veggo, o signori, che voi siete persuasi come la maucanza delle strade ordinarie sia il più grave dei pesi che ora graviti sulla nostra finanza e su tutta la nazione, e come questa mancanza imponga annualmente allo Stato la perdita di più centinaia di milioni ed alla nazione la perdita di due a tre miliardi. E però mi affretto a passare all'altra parte del mio discorso.
E prima di proceder oltre non sarà vano di far osservare un errore in cui pur cadono alcuni. Credono che un paese, che abbia delle ferrovie, abbisogni meno di strade ordinarie che altro, che non ne abbia. Avviene appunto il rovescio. Più in un paese si accrescono le ferrovie, più si accresce il bisogno dei minori mezzi di comunicazione.
Ora, coloro che credono di provvedere a questo gran bisogno del paese col costruire mille o due mila chilometri di strade, o poco più, errano grandemente.
Abbiamo ricordato come i paesi civili, come molte nostre Provincie hanno di strade ordinarie circa un chilometro per ogni chilometro quadrato di superfìcie, e che la metà d'Italia è quasi del tutto senza strade. Io non dirò ora nè come, uè in quauti anni debbano farsi queste strade; ma se pur vogliamo condurre quella metà d'Italia a quella prosperità, cui ha diritto, se pur vogliamo por fine ai gravissimi mali testé ricordati, noi dobbiamo trovar modo di far costruire in quelle provincie circa 100 mila chilometri di strade. Questo solo può elevare quelle provincie a livello delle altre Provincie italiane.
E qui, o signori, si presenta alla nostra considerazione una questione eminentemente pratica, sulla quale io richiamo tutta l'attenzione della Camera.
È ben naturale che davanti a questo male gravissimo, che noi lamentiamo, di una mancanza di 100 mila chilometri