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Opere Complete
Volume Secondo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 487

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   «» GIUSEPPA DKVINCENZI
   nelle Marche e nell'Umbria sia stato grandemente inferiore
   ai nostri prezzi ordinari.
   Inoltre credo che anche possiamo apprendere qualcosa dalla Toscana. Io non ho, nè ho potuto avere notizie così esatte dalla Toscana, sventuratamente, come le ebbi dall'Inghilterra e dalla Frauda; ma dalle poche notizie che ho raccolte, panni di poter dedurre che le strade in Toscana siano state costrutte con non poca economia.
   A me pare adunque che, se noi entreremo in questa via di riforme, e mediante gli studi e le cure dell'onorevole ministro, troverem modo come fare le strade economicamente, ed il più ecouomicameute che sia possibile, potremo sopperire a questo grandissimo bisogno, restando fra i limiti «lei possibile, ossia colla spesa di circa 500 milioni.
   Ma in quali proporzioni dovranno concorrere a questa spesa lo Stato, le provincie ed i muuicipii? Come dovranno mai cooperare lo Stato, le provincie ed i uiunicipii per rimuovere questo gran male comune? Quali provvedimenti saranno da prendere per ottenere tutte queste strade?
   Signori, non fu mio intendimento di risolvere queste difficilissime questioni. Sarò troppo fortunato se avrò potuto imprimere nell'animo del Ministero, nell'animo della Camera, come noi abbiamo un grandissimo male a curare, 1111 male che richiede sollecite cure, un male che pesa gravemente sovra la metà dell'Italia, anzi sull'Italia tutta intiera, siccome quello che toglie alla finanza grandissimi introiti e le pone a carico fortissimi pesi, ed impedisce lo svolgimento della ricchezza nazionale.
   Allorché saremo convinti del male, nou sarà malagevole cosa il curarlo.
   Altre nazioni si trovarono nelle stesse coudizioni, in cui siamo noi. La Francia, teste io ricordava, prima del 1830 era in condizioni anche peggiori delle nostre in fatto di strade.
   Recentemente ho viaggiato in Francia, ed è maravi-gliOBo il vedere come quel paese, quasi per incanto ricoverto «li nna fittissima rete di strade, sia risorto a nuova e rigogliosa vita.