Signori,
Io non avrei creduto per verun modo che si avesse voluto sollevare una questione cosi generale, siccome è quella che ha sollevato 1' on. mio amico Nisco, in una discussione di un bilancio straordinario. Io sperava che l'on. Nisco, o chiunque sia altro, avesse atteso un'opportunità più propria per elevare una si grave questione.
Sappiamo che nell'altro ramo (lei Parlamento è pendente un progetto di legge intorno alle bonifiche. Credo che questa questione avrebbe avuto sede più opportuna uella discussione di quella legge o almeno uella discussione di un bilancio ordinario. Ma una volta sollevata, bisogna che la Camera se ne occupi. È questa una delle quistioni più gravi che nelle condizioni attuali d'Italia si possa portare alle nostre considerazioni.
Facile cosa è il comprendere in generale la grande importanza che ha in Italia la questione delle bonifiche.
Solamente nelle provincie meridionali di terraferma vi sono «la 800,000 mila ettari di terreni facilmente bonifioa-bili; e (juanto potrebbe essere l'accrescimento della ricchezza pubblica, ove si trovasse modo di ridare all' agricoltura queste terre, nou vi ha chi non vegga.
Si aggiunge che non solo le provincie napoletane di terraferma, ma e la Sardegna, e la Sicilia, e la Toscana, e quasi tutte le altre provincie italiane hanno copia immensi» di terreni bonificagli. Quindi uno dei modi più agevoli per sollevare in brevissimo tempo la nazione a grandissima ricchezza e prosperità certamente sarà quello di provvedere energicamente alle bonifiche.