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Opere Complete
Volume Secondo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 487

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   giuseppe dev1ncen7.i
   le imposte elio esigiamo dalla parte che è fornita di strade, quali le imposte ehe esigiamo dalla parte ebe ne difetta. Ossia quale è la ricchezza nazionale, che annualmente va perduta, per la mancanza delle strade?
   * Ove si trattasse d'imposte dirette, si potrebbe dire: queste tasse sono poste a priori; e ben si potrebbe ragionare sulla giustizia o uon giustizia delia loro ripartizione. Ma vi sono le imposte indirette, le quali si pagano senza preventiva ripartizione; esse si ripartiscono di per loro spontaneamente: quindi, se vi ha giudicio, e giudieio economico, contro cui non si possa appellare, è quello che risulta dal vedere come le imposte indirette si ripartiscano in tutta la superficie dello Stato.
   « Ponendo mente, per esempio, all'amministrazione delle gabelle, trovo che per questo ramo la finanza dello Stato esigeva 182 milioni nel 1862.
   « Come ognuno sa, le gabelle sono costituite dei diritti di dogana, de' diritti marittimi, del sale, de' tabacchi, dei dazi di consumo e de' redditi diversi.
   « Ricorda la Camera come l'Italia sia divisa iu due parti, quasi di eguale grandezza, l'uua fornita di strade, l'altra che ne difetta; anzi la parte che è fornita di strade è meno grande dell'altra.
   « Ora, questa parte fornita di strade produsse nel 1862 per le imposte delle gabelle 132 milioni.
   « Quella parte d'Italia, la quale manca di strade, ossia la Sardegna, la Sicilia e tutte le provincie napoletane, non rapportarono per le gabelle in quell'anno al Tesoro che 49 milioni; ossia una metà d'Italia rapportò per un sol ramo d'introito alla finanza forse 100 milioni di meno di quello che avrebbe potuto produrre senza la deficienza delle strade.
   « E che questo derivi principalmente dalla deficienza delle strade non c'è nessuno che possa dubitarne, sapendo come le provincie meridionali e le provincie della Sardegna e della Sicilia siano per loro natura feracissime.
   « Ma abbiamo un fatto positivo, che toglie ogni dubbio ed è il seguente. Una di quelle provincie, la sola eccezione che vi sia fra tutte le altre, la provincia di Bari, ha altret-