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Opere Complete
Volume Secondo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 487

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   necessità delle steade (fi
   Art. 43.
   Ar. B. Ripeterei i>1 questo articolo pei pedaggi ciò che si propone nel sopracitato articofò 40 della Commissione.
   « Art. 44.
   « Annualmente il Ministro de' lavori pubblici preseu-« tera a. due rami del Parlamento una relazione intorno « lo stato delle strade comunali, ed il progresso de' lavori
   «trucia produce «.ilio attiguo proprietà. Quindi l'utilità e la giustizia delle contribuzioni per zone. Oguuuo accoglie di buon animo un» tassa, che giova più a lui particolarmente che al pubblico iu geuerale.
   Noi preferiamo tassare le terre proporzionatamente nW estensione e non all'imposta prediale, perocché questa nella più parte de' Comuni è ripartita fra i proprietari ingiustissimamente; e uei così detti catasti provvisori spesso estensioni vastissimo di torre non sono ueppur registrate. Localmente l'ingiustizia delle imposte è più vivamente sentita, e riogiustizia rende l'imposta intollerabile. Probabilmente i più de' Comuni non metterebbero questa imposta se dovessero proporzionarla alla tassa prediale.
   Per renderla anche più giusta potrebbe forse aggiungersi a questa la tassa de' fabbricati, eccettuando quelli addetti all'agricoltura, e degli opifìci. Ma i fabbricati e gli opifìci non potrebbero esser tassati che secondo le imposte sui fabbricati e sulla ricchezza mobile.
   Niuua tassa, a nostro credere, è meno gravosa di questa e più ntile. Ovunque questo sistema di zone è stato adottato, ha prodotto inaravigliosi effetti. É il vitale principio dei consorzi applicato j>er le strade, ma non ai Comuni, a quelli che ne debbono ritrarre maggior vantaggio, cioè ai possessori delle terre. Io caldissimamente raccomando ai miei Colleghi della Camera di accettar questo principio, non vedendo altrimenti come potranno costruirsi le strade comunali ora che le popolazioni risentono cosi gravemente le imposte generali sieno dello Stato, delle Provincie o de Comuni.
   Per far conoscere il vantaggio che potrà venire da questa imposta, e di quanta poca gravezza abbia a tornare ai contribuenti, ne giova qui
   darne un esempio.
   Poniamo che un Comune voglia costruire una strada, e che fra gli altri mezzi voglia avvalersi della contribuzioue delle zone laterali. Stabilirà. mettiamo, tre classi di zone, e ciascuna classe sarà della larghezza di un chilometro. Fisserà che i terrena compresi nelle due prime zone, di una banda e l'altra della strada, paghino lire 0,50 per ettaro; quelli delle
   seconde 0,40 e quelli dello terze 0,25.
   Supponiamo, per facilità di calcolo, che tutti i terreni avessero a pagare, cioè che non vi fossero terreni inutili nelle zone.
   Ogni chilometro quadrato comprende 100 ettari. Pero per ogni chih.
   G. Devincenzi  Opere Complete. Voi. 11.