Stai consultando: 'Opere Complete Volume Secondo', Giuseppe Devincenzi

   

Pagina (85/486)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (85/486)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Opere Complete
Volume Secondo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 487

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!



[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   90
   GinsrrrE dftikcmczi
   con contribuzioni spentone,, ricevei da tatti approvazione ed incoraggiamenti, e promesse di volermi volentieri assistere dell*i loro validissima cooperazione, che poi fecero. E nel darmi questi incoraggiamenti tutti convenivano in quello, iu cui io stesso conveniva, che ora ciò che manca al popolo italiano principalmente, per divenire una delle piò ricche e potenti nazioni del rnoudo, sia l'educazione industriale presa nella più ampia accettazione; e che immenso dovesse essere il bene che potesse derivare da una simile insti timone in Italia. Onde, mettendomi all'opera con una circolare, in cui espressi quasi i medesimi coucetti già approvati da quegli amici miei, e forse più del uostro paese, mi rivolsi ai primari industriali, i cui prodotti principalmente si ammiravano nell'Esposizione. La sola condizione cbe posi, fu che non avrei accettato contribuzioni che di oggetti premiali in quella grande Esposizione, non dovendo servire che per paragoni o per studi iu un Museo Industriale Italiano da costituire sulle basi di quello di Kensington. Trovai presso l'università degl'industriali inglesi quello stesso animo che trovai fra quegli amici, che mi avevano confortato ad attuare il mio progetto. Le offerte furono senza fine, massime dei più noti manifattori. Molti oggetti dovei rifiutare perchè nou premiati. A me mancò forse piuttosto il tempo di raccoglierle, che le offerte. Ed auche dopo che io fui tornato iu Italia, molti vollero inviarmi i loro prodotti. Solo uua condizione, non pochi dei principali manifattori richiesero, che loro cioè fosse permesso nell'avvenire di venir aggiungendo al nostro Museo altri prodotti, ogui qual volta si perfezionassero, acciò le loro collezioni rappresentassero sempre lo stato delle loro manifatture. Quale fosse il mimerò e l'importanza degli oggetti, che, così raccolti, io rimandai in Italia in moltissime centinaia di casse, può facilmente comprendere chiunque voglia fare una visita al nostro Museo, provvisoriamente situato iu una casa, che gentilmente il Municipio di Torino mise a mia disposizione.
   1 SOUo (lelle contribuzioni, e non poche, di un sol manifattore, il cui prezzo ammonta a molte migliaia di lire; « tutti gh oggetti raccolti così senza altra spesa, che quella