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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lavori pubblici
   rocche, dove più si ravviva lo scambio, la necessità di maggiormente favorirlo diventa così impellente da rendere indispensabile lo sviluppo di nuove costruzioni stradali. Chi volesse restringere nei limiti dei piccoli interessi locali la questione delle strade ordinarie, e non sapesse vedere in questa necessità generale che il vantaggio parziale di poche città e borgate, dovrebbe dimenticare che a costituire l'interesse collettivo di una società concorrono principalmente le parziali ricchezze de' suoi membri più divisi; che una provincia non può dirsi ricca se non per le felici condizioni dei comuni che la costituiscono, e che lo Stato trae la principale sua prosperità dal benessere economico delle provincie e dei comuni^
   Noi vedemmo quale sia l'attuale condizione della nostra viabilità ordinaria. L'Italia continua a dividersi in due parti, ad una delle quali, più riccamente fornita di strade, si aggiunse dopo il 186G la Venezia; all'altra, già assai al di sotto delle più ristrette necessità stradali di un territorio, venne ora a congiungersi la provincia di Roma. La prima ha di strade ordinarie per ogni chilometro quadrato di superficie da metri 5G5 a metri 831 e per ogni 1000 abitanti da metri G077 a metri 9247; la seconda invece rispettivamente ha per ogni chilometro quadrato da metri 100 a metri 173, e per ogni 1000 abitanti da metri 1524 a metri 423G ').
   Per sopperire a tanto bisogno crediamo che sia necessario di trar partito da tutti i mezzi di cui possiamo disporre. E, sopra ogni altra cosa, facciamo assegnamento sull'esecuzione della legge del 30 agosto 1868, sulla costruzione e sistemazione delle strade comunali obbligatorie. Noi abbiamo ferma fiducia che questa legge debba produrre in Italia gli stessi benefici effetti che una legislazione informata agli stessi principii arrecò in Francia; e confidiamo che da qui a pochi anni arriveremo non solo a far annualmente i 12 milioni di lavori stradali, che quella legge prevede come termine minimo, ma che saremo costretti a chiedere al Parlamento di aumentare l'attuale sussidio dei tre milioni.
   *) Allegato li. G. DkVincenzi  Opei'e Complete. Voi. III.
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