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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Certo questa, ehe noi dobbiamo intraprendere, è opera lunga ed ardua; ma la sola che possa assicurarci dell'avve-nire economico del paese.
   La costruzione delle strade comunali obbligatorie per altro non può andare disgiunta dall'ampliamento della rete delle strade ordinarie di più generale interesse. Come le vie ferrate han bisogno delle vie ordinarie per produrre la loro massima utilità, così le piccole diramazioni intercomunali, i mille sentieri carreggiabili che cercano i più riposti meandri delle valli, l'influita serie di quelle minori diramazioni che s'arrampicano sul dorso dei monti allacciando le più piccole frazioni dei comuni, hanno bisogno che delle arterie di più grande importanza tutte poi le uniscano e le raccolgano per guidare su vie più comode e più brevi alle ferrovie, ai porti, ai centri principali i prodotti del suolo e delle industrie.
   Il dare ad un paese una buona rete di strade ordinarie, quando alla anormalità delle sue condizioni economiche si aggiunge una rete ferroviaria, la cui costruzione e il cui esercizio tanto gravano il bilancio pubblico, è opera, non ci illudiamo, la più ardua e nel tempo stesso la più urgente che possa e debba assumere un'amministrazione. E noi sentiamo la necessità di dovere assumere per intero la responsabilità di questa impresa, persuasi che ad essa si collega il benessere della metà delle regioni italiane, la prosperità delle finanze, la floridezza dell'intera nazione.
   E la prosperità della pubblica finanza non solo si otterrà perchè sono le buone condizioni economiche delle diverse Provincie dello Stato che possono costituirla, ma perchè, daudo alle nostre ferrovie gli sbocchi le sorgenti di cui abbisognano, i loro prodotti basteranno a compensare il denaro impiegatovi e a fare scomparire dal bilancio dello Stato le gravi somme che, sotto forma di sovvenzioni, corrispondiamo alle società costruttrici.
   Per sgravare il bilancio dello Stato delle forti somme che paghiamo per le ferrovie meridionali, per rendere produttive quelli di Calabria e di Sicilia, per far che meno aravi ci riescano le strade ferrate di Sardegna, e acciò
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