DE VINCENZI. Dirò solo poche parole per ristabilire alcuni fatti, essendo pur troppo prezioso il nostro tempo nelle condizioni in cui siamo. E comincio dal dichiarare essere io della Commissione del bilancio, ma che non potei trovarmi presente alla tornata della Commissione generale allorché venne in discussione il porto di Brindisi.
   Non parlerò nè dell'importanza di questo porto, non del commercio orientale, non della valigia delle Indie, nè di tante altre cose delle quali ornai ognuno si è dovuto formare un concetto, e di cui ci occupiamo non solamente noi ma si occupa tutta l'opinione pubblica europea. Solo voglio richiamare l'attenzione della Camera sopra la condizione di quei lavori.
   Mi permetterà l'onorevole relatore della Commissione di rettificare qualche cosa, che io credo un po' meno che esatta, nella sua relazione.
   Il relatore cominciò dal dirci che, allorquando il Ministero presentò il progetto di legge del 1864, non vi fosse alcun progetto d'arte. Purtroppo è vero che abbiamo spessissimo a lamentare che molte grandi opere pubbliche si siano decretate dal Parlamento senza progetti preventivi. Ma non credo che questo sia stato per verun modo il caso pel porto di Brindisi; imperocché, ognun sa che per questo porto vi fu un progetto molto pregiato di uno dei nostri più valenti ingegneri, il Mati, e che su questo progetto d'arte del Mati, che era stato preceduto da moltissimi altri studi, si poggiasse il progetto di legge del 1864, di cui io stesso ebbi l'onore di essere il relatore.
   Il progetto del Mati era un progetto generale, quale