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OIÙSEPPE DEYINCKNZI
naturalmente doveva essere, perocché un'opera così vasta così malagevole come questa, e destinata a sì grande ay venire, non poteva certamente tutta definirsi da principio" Ma egli, dopo aver fatto un progetto generale, lo divideva in due parti: nell'una metteva tutti i lavori urgenti da farsi e nell'altra lasciava quel clie fosse da compiere in uu pj^ lontano avvenire.
Ora, dice il relatore che tutti questi lavori urgenti che formarono la base della legge del 1864 sieno stati eseguiti.
VALERIO, relatore. No.
DEVINCENZI. Lo ripeterò colle sue stesse parole della relazione, dappoiché sento dire un no: che il Governo non abbia ad impegnarsi ulteriormente alla somma di lire 4 800 000, evidentemente bastante ad ottenere lo scopo della legge del 24 gennaio 1864.
Ora quale era lo scopo della legge? Era quello di provvedere ai lavori urgenti, ossia a quella parte designata come tale nel progetto Muti affine di mettere il porto di Brindisi in istato da poter servire al commercio.
VALERIO, relatore. Ma lo prego di leggere tutto.
DEVINCENZI. Ho letto tutto.
VALERIO, relatore. No, perdoni....
DEVLNCENZI. Ora vediamo che cosa fosse compreso in quel progetto in fatto di opere iurgenti. Vi erano comprese molte opere necessarissime, le quali non sono state ancora eseguite, nè sono incluse nei 4 800 000 lire, somma a cui ora vorrebbe limitare la spesa la Commissione.
Il Ministero dei lavori pubblici nelle opere del porto di Brindisi agì con molta cautela, come sempre si deve tare in opere di tanta difficoltà ed importanza. Allorché si la un gran porto, come è quello di Brindisi, è impossibile a-vere dei progetti dettagliati fin da principio. Quel che si è fatto pel porto di Brindisi, si è fatto pel porto di Marsiglia, pel porto di Cherbourg e per tutti i grandi porti del mondo. Dapprima si fece un progetto generale, e poi a mano a mano si fecero dei progetti parziali, ossia di esecuzione.
Quando l'onorevole Valerio dice che il progetto fu to nel 1866 e non prima, egli confonde questi progetti pai