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GIUSEPPE DKVIKCKNEl
terrarsi! E richiamerete voi a Brindisi il gran commercio di Oriente senza neppure un bacino di carenaggio?
Ma per far meglio conoscere all'onorevole relatore che tutti i lavori preveduti come urgenti non sono stati eseguiti nè compresi nei 4 800 000 lire, io gli ricorderò che non erano solo due le gettate considerate come urgenti, cioè le duo che ora solo si stanno eseguendo, vo' dire quella della Bocca di Puglia e quella di Forte a mare, ma che ve n'è una terza, ed è quella detta del Fico, la quale prudentemente non è stata ancora intrapresa per attendere prima i risili-tamenti degli altri lavori, e per vedere come meglio si debba fare, o se non potesse anche tralasciarsi. E qui per amor di brevità non vo' parlare di altre opere urgenti comprese nel progetto Mati e per conseguenza nella legge del 24 gennaio 1864.
Alcuni hanno detto in Brindisi non esservi attualità di commercio. Io spero che la Camera non voglia arrestarsi a questa obbiezione. Sventuratamente l'Italia per la sua prosperità deve guardare più all'avvenire che al presente. Ricordiamoci che Brindisi è uno di quei grandi privilegi di natura che ci viene invidiato da tutte le nazioni. Basta vedere quello che si sta facendo nel porto di Marsiglia per avvantaggiarsi del gran commercio di Oriente, che creerà di questi giorni una novella era pel Mediterraneo.
Spero dunque che la Camera, riconoscendo anche una volta che per la nostra avventurosa posizione fra l'Europa e l'Asia, possedendo noi nel gran porto di Brindisi uno dei maggiori elementi della nostra prosperità avvenire, non voglia rinunciarvi, e che non vorrà fare un'opera che dopo breve tempo sia disfatta, o che resti al tutto inutile, per non ottemperare ad una legge che il Parlamento nazionale ha con maturo consiglio e con general plauso altra volta votata.