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   GIUSEPPE DE VINCENZI
   I.
   Il sistema ferroviario italiano dovrà mirare a quattro priucipalissirui scopi:
   1. Rannodare, e per così dire ravvicinare le Provincie italiane fra loro per meglio conseguire V unità politica e morale d'Italia, per isvolgere i principii della nostra nazio-lità e per rendere agevole ove che sia l'azione del Governo-
   2. Soddisfare ai bisogni economici e civili di ciascuna provincia, e così sviluppare ampiamente la ricchezza e civiltà di tutta la nazione;
   3. Facilitare i nostri traffichi collo straniero, e richiamare in Italia il maggior commercio di transito, ed in ispecie il gran commercio asicitico-europeo;
   4. Provvedere alla difesa nazionale.
   Sicché le strade ferrate fra noi non solo concorreranno alla nostra prosperità economica e civile, ma saranno il più valido mezzo per compiere e raffermare la nostra rigenerazione politica. Fra le gravi difficoltà, che incontrava l'unità italiana, vi era la stessa configurazione d'Italia; ma mercè le strade ferrate ora non vi ha più nò grandi distanze, nè catene di montagne; e quando la più lunga delle nostre ferrovie sarà compiuta noi andremo da Torino ad Otranto in minor tempo che, alcuni anni or sono, non si andava da Torino a Genova, o che ora non si va da Napoli a Foggia, o da Roma a Perugia. Questo riavvicinamento di paesi e di uomini, quanto dovrà contribuire all'unità politica e morale d'Italia, alla sua prosperità economica, alla sua civiltà ed alla sua difesa, non è a dire; e di sicuro non vi ha alcuno che non sia persuaso che urgentemente faccia mestieri di provvedervi. Torino è ora per spazio più distante da Otranto che da Londra o da Berlino, e per tempo poco meno che l'Inghilterra non sia dagli Stati Uniti di America. È necessità assoluta che queste enormi distanze svaniscano immediatamente.
   Sebbene io non intenda di ragionare del sistema generale ferroviario italiano, pur volendo parlare delle strade ferrate da stabilire nelle provincie meridionali non potrò