CAPITOLO II.
Dei primi abitatori delle nostre contrade, origine delle città, paghi, castri, e vichi di esse.
Eispettando le congetture degli eruditi sui prischi Titani, Enotri, Oschi, Ausonii, Pelasgi, Aborigini e sulla loro prima dimora; non esaminando se tai nomi indicassero popoli diversi, o alcuno avesse avuto più nomi; se tutti i menzionati vocaboli esprimessero altrettante nazioni, o alcuni indicassero circostanze di situazione, come può asserirsi degli Aborigeni e dei Pelasgi; se indigeni si dicessero perché venuti dall'ultimo Oriente degli antichi, l'Indo; o perché stabiliti iu un paese prima de' sopravvenuti; e se fossero identici perciò agli aborigini, nome con cui presso i Koniani s'indicavano le genti, delle quali ignora vasi l'origine (Troya), sì che ogni antichissimo popolo relativamente ad altro posteriore si disse Aborigeno (Vico, s. n. I. I): se i Tirreni fossero anche denominati Pelasgi; poiché Pitagora or fu detto etrusco ed or discendente de' Pelasgi-Tirreni; parliamo di quei popoli, i quali qui fondarono città e Stati indipendenti, a noi noti per rari cenni di Greci o Latini scrittori, o per campati monumenti. Può da essi desumersi che i progenitori degli abitanti della nostra provincia furono orientali e venuti per mare, Umbri, Siculi, Tirreni, Liburni, Palestini. Dei primi non conoscesi altra testimonianza che quella di Sottace Cariandeme, il quale scrivendo il suo Periplo circa sei secoli prima dell'era volgare, pose gli Umbri'lungo l'Adriatico dalla Daunia ad Ancona. Plinio dice che costoro scacciarono i Siculi, come essi furono espulsi