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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

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a cura di Federico Adamoli

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   l'ANCRAZIO PALMA
   dagli Etruschi. Dietro tali barlumi dirò che leggierissimi sono gl'indizi degli Umbri dall'odierno Poggio Umbricchio, che potette essere sostituito ad altro più antico stabilimento, e dal nome del fiume librata quasi Timbrata, che a somiglianzà del toscano Onìbrone avesse dagli Umbri preso nome: siccome credono gli eruditi che Valle degli Umbri, Bosco Umbricchio e Cognetto d'Umbri nel Gargano siano derivati da' medesimi. Quindi considero i Tirreni o Etruschi primi occupatori delle nostre contrade, fondatori di Teate e di Hatria. Le somiglianze di queste due città in grandi alture, la prima a 7, la seconda a 5 miglia dal lido attuale, mostrano che il mare ancor molto elevato ed ingolfato nelle valli dell'Aterno e del Vernano, non permettesse stabilimenti né più bassi né più marittimi. Altronde che città etnisca sia stata Atri e delle prime si rileva da Livio (Dee. 1. 1. 1.), da Varrone (de lingua latina 1. 4), oltre il parere di molti moderni, fra cui il Bossi, i quali convengono che le prime fondazioni degli Etruschi o Tirreni si fecero nelle terre poste tra l'Adriatico e gli Appennini, donde penetrarono nella Campania, vi dettero il nome di Tirreno al mare inferiore; e quindi distesero il loro impero per quasi tutta Italia, ristretto quindi a settentrione da' Galli, a Mezzogiorno da' Sabini, da' Sanniti e da altri nuovi popoli.
   Con tutto ciò non è giusto a mia notizia alcun monumento propriamente etrusco sia in pietra, sia in metallo da potersi riferire a tempi anteriori alla fondazione di Eo-ma, se tali non volessero riputarsi alcuni dei residuali muri a calcistruzzo fra quelli che veggonsi in Colonnella, in S. Ornerò, in S. Atto, in Giulia ed altrove, malamente creduti conserve di acqua. La floridezza e civiltà di Atri può argomentarsi dalle sue monete di bronzo con ambi i tipi giunte fino a noi; poiché pare dimostrato che queste sieno le più antiche dell'Italia media, perché sono le più pesanti e vi sono espressi gli oboli, in modo che il eh. sig. Melchiorre Delfico le credè fuse nel principio del 3.° secolo di Roma, mentre al contrario il sig. principe Spinelli sostiene che i grossi bronzi mostrano lo stile delle arti greche perfezionate senza infanzia o scadimento come sono gli atriani: che quasi

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