DI PANCE AZIO PALMA 17
Romani, i /quali potettero cambiare Ve in ae secondo la loro ortografia. Nò inverisimile si deve riputare tale opinione se si considera che i Palestini occuparono e diedero il nome all'isola di Creta; che si stabilirono lungo le coste della Pexi-cezia sino al Gargano; che Plinio rammenta (1. 3. cap. 10) le fosse filistine scavate da' Tusci vicino a Brondolo, opera che secondo Mazzocchi porta col nome la sua epoca, che T. Livio nomina Plistia' o Plistina città de' Marsi. Pretuziano e talvolta precutino, fu detto sempre il popolo dell'intero agro, mentre la città principale più tardi si appellò con latina traduzione dell'antico Petrut, Interamnia. A tali etimologie appoggiato, egli spiega il perché la città nostra siasi detta da Frontino Interamnia Palestina, e da Balbo Teram-na Palestina Piceni, e nel libro delle colonie Interamne Palestina Piceni. Quindi si può dedurre che i Palestini o Fenici ne fossero stati i fondatori. L'aggiunta Piceni non mai fu adottata dagli Interamniti, non trovandosene alcun esempio nelle moltissime lapide; ma fu usata da scrittori posteriori ad Augusto per distinguere la nostra da tre altre Interamne, quella cioè dell'Umbria, oggi Terni; quella della Campania, mutata in Teramo, poi distrutta; e quella di Molise ora Ter-niwli. Le due prime furono colla nostra rammentate in un Ode saffica del Calenzio che qui riporto:
Trina per campo» jucet Interamna, Dividens cives tenui susurro, Ut suos tantum sua terra norit
Jure creatos.
Interamnates referunt clientes, Interamnates legimus colonos, Interamnites cupimus ptiellas, Conscia turba.
Prima quae Nari fluvio rigatur, A Itera juxta Lirim intumescit, Ista Tordinum videi insolentem
Moenia prope.
Sic enim saxis legimus vetustis, Si qim mi cliartis aliter legatur, Rite non scribi poteri» putare,
Qtw's quis oberras. P, PALMA, Opere complete,