DI PANCRAZIO PALMA 31
desumere da un diploma del 942 pubblicato dal Gattola, col quale Ugone e Lotario re d'Italia assicurano al moni-stero di M. Casino fra altri beni il porto nel fiume Cumano nella contea Pinnense. Era tanto decaduta Atri in quei secoli, che non solo non era capo di contea, ma neanche di castaldato.. Perciò tutta la regione dal Vomano all'Aterno denominasi Penne, o Contea di Penne.
Altri paghi furono lungo la nostra salaria marittima, noti soltanto pei superstiti frantumi, oltre una quasi continua successione di fondazioni di case, di bagni, di acquedotti, particolarmente da Castro Truentino alla riva del Tornano, avvenendo in que' tempi antichi, com'oggi, che le strade molto, frequentate si ornavano ai lati di alberghi, di tempi, di casine, di ricoveri per marinari, carrettieri ed artieri. Or nel tratto indicato, oltre cinque o sei consolari, si riunivano la strada Metella e la Baussa, nonché le traverse, e vicinali . (ad uso de' vichi) che tuttora salane si nomano, scendenti per le valli de' vari fiumi. Notabili avanzi di acquedotti e di terme rincontransi nello stesso spazio, in ispecie presso il fonte Ottone, nella possessione de' canonici di Giulia sopra Martin Sicuro, nella contrada di S. Stefano e nel podere del sig. Franchi presso Tortoreto, ove fra macerie sorge la fonte Maggia.
A piedi della meridionale pendenza del colle su cui stassi Montepagano è osservabile l'area di una città o almeno di un castro, diviso nella parte di Mezzogiorno dal resto della pianura mediante un fossato in parte riempito. Questo suolo, ora tutto coltivato, era coverto di ruderi, particolarmente di pavimenti a musaico ed a marmi colorati, stati smossi dagli aratri ed i minuzzoli sono sparsi nel terreno. Ora il sig. Massei ne scovre alcuni interi con scavi regolari. Nel 1844 vi fu dissotterrato un dolio di creta cotta di smisurata grandezza, rotto da' villani per ritrarne il piombo di cui era rivestito. Nessuno eh' io sappia ha parlato di tal paese, anzi non vi ha chi ne abbia osservato i vestigi. Trovasi in fine di vasta pianura al di sopra del piano maritrimo, dal quale è diviso mediante una scarpa di terra alta 40 o 50 palmi. Amenissima e molto commer*