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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

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a cura di Federico Adamoli

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   40 ÒPERE COMPLETE
   pedo, al castello Truentino di miglia 74. In una da Milano pel Piceno e la Campania, dopo il castello Fermano s'incontra Castro Truentino, Castronovo, Macrino, Salino: altra che contavasi da Truento città, transitava per Castro novo, Aterno, Interproniio, Solmona, Aufldena, da dove proseguiva per la Campania. Quindi non è meraviglia se le stazioni della nostra marina trovinsi replicate sei volte nell'Itinerario, da Castro Truentino ad Aterno, donde attraverso de' Frentani e degli Apuli una via protraevasi fino a Brindisi.
   Tali erano le consolari che alla città eterna ed al resto d'Italia univano la nostra attuale provincia. Ma ben altre traverse formarono i nostri maggiori per utilità di commercio, o forse i Romani per vedute strategiche. Conoscendo ben lunga la salaria per arrivare al suo termine le saline ed Atri, una scorciatoia aprirono dalle vicinanze di Ami-terno per la valle ove sorge il Vernano; e profittando della gola per la quale detto fiume s'immette nella nostra provincia, tutt'ora chiamata Tre termini, perché ivi tre pertiche confinavano la Sabina, la Vestina e la Pretuziana, come poi vi toccarono tre diocesi e quindi tre contee, lungo la sponda sinistra che guarda il mezzodì la continuarono fino ad un miglio e mezzo da Tottea. Ivi su di un ponte, del quale resta sulla sponda destra un pilone, formato senz'ajuto di cemento, con grossissime pietre riquadrate (qualcuna di palmi 15 di lunghezza per 3 e 4 di grossezza), la strada ripassava sulla destra vicino a Nerito, e quindi di nuovo a sinistra presso Poggio Umbricchio, ov'era la colonna milliare CIIII, attualmente dentro la chiesa. Ciò indica che la strada fu regia o consolare, tanto più che la colonna medesima trovasi dedicata agl'imperatori Valentiniano, Valente e Graziano, sotto i quali forse fu posteriormente ristorata; giacché i residui di ponti mostrano nella loro solidità un'epoca piìi rimota. Difatti Bergier, t. 2. p. 242, riferisce una lettera diretta da Valentiniano al console del Piceno, colla quale gl'impone, che se egli giudica necessario di fare riparazioni di opere pubbliche del suo governo, non è necessario che n'esiga la spesa in denaro, bensì in generi; segno che sotto il

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