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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dorsi nel Vescovato Ascolano Lorenzo da Rotella^ Ciò sarebbe assai verisimile , se 1' ejtoca in cui Mansueto occupò la Cattedra Aprutina fu posteriore al principio di Agosto i443- quando il legittimo Pontefice apertamente la ruppe col Conte Francesco : laddove se la promozione di Mansueto fu anteriore alla rottura , sarebbevi un indizio di più in favore di sua canonica elezione . Fino a che la scoperta di qualche altro documento non rischiari tal punto , non defraudiamo lo Sforza degli Atlcndoli del privilegio , di cui godono nel Foro i rei convenuti garantiti da pruove legali nel loro possesso. Cinque anni , e quarantun' anni , o circa , dopo di lui , durava ad essere pubblicamente riconosciuta la sua Vescovile autorità . Riconosciamola anche noi sino a che ragioni più convincenti degl' indeterminati sensi di Nanna , e dei semplici sospetti , non rendano evidente 1' ardue temerario di Mansueto,
   CAPITOLO XLIX.
   Alfonso I. di Aragona diviene pacifico possessore del Reame.
   Rivindica la nostra Regione , e la signoria di Teramo .
   Vescovato di Francesco dé Monaldcschi. Inutili sforzi del Duca Giosia per rimpadronirsi di Teramo.
   Il f<« l' anno, in cui Alfonso compì il soggiogamento del Regno.
   Ai 26. Febbrajo fece trionfante ingresso nella Capitale , ove indi a poco tenne generale Parlamento , cui fra gli altri Signori intervennero Corrado di Acquaviva Guite dì S. Valentino', Bettardo di Acquaviva , e Luigi Cnnipo-neschi Conte di Montorio . Che v' intervenisse il Duca Giosia , lo afferma Pier Vincenti : lo negano altri con Giannone ( lib. 30. cap. 1. ). Rimaneva ad Alfonso ad accomodar le vertenze colla S. Sede, e felicemente le accomodò col Cardinale Scarampi Legato di Eugenio IV. mediante Concordalo conchiuso in Tenacina ai i4- Giugno : col quale Alfonso ebbe 1' investitura e la condonazione de' censi arretrati , e Ferdinando di lui figlio naturale, già legittimato , e nel Parlamento suddetto gridato Duca di Calabria , venne per dispensa abilitalo alla successione di questo Regno . Il Ile dall' altro canlo si obbligò ad impiegar le sue forze per togliere dalle mani di Francesco Sforza la Marca di Ancona , di concerto con Niccolò Piccinino, Gonfaloniere della Chiesa Romana . Ratificato il trattato ai G. di Luglio , si mosse Alfonso con numeroso esercito , e transitando per Aquila agli 8. ili Agosto , voltò verso Norcia , riunendosi col Piccinino presso la Terra (li Visso nell' Umbria . Alle due armate combinate non fidandosi di resistere il Conte , dopo aver ben presidiate le Piazze più importanti , si fortificò in Fano, Città di Sigismondo Malatcsta suo genero , per qnivi aspettare il ritardato soccorso ile' Veneziani e de'Fiorentini . Penetrati Alfonso e Niccolò nella Marca , ridussero all' obbedienza del Pontefice tutte le Città , tranne Rocca-Contrada , Fermo , ed Ascoli . Alfonso tentò in vano la sccou-da , difesa da Alessandro Sfoiza , e parimente in vano sulla fine «li Ottobre assediò Ascoli , al cui governo presedeva Giovanni , altro fratello del Conlc . Dopo di che giudicò miglior consiglio di ricuperare per la sua corona Civi-tella Ter.min <• «Ji .diri Luoghi della nostra Rcgior.» , per lo spazio di
   cinque .nini pi......uhi dallo Sforza . All'avvicinarsi dede Regie Truppe, si
   ritirarono i presili; Sforzeschi , ed Alfonso venne a posare in Teramo , ac-