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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   nostrum exerciittm in eorimi territorio et distrìctu liberal iter receptando... Nec minus attendentes quoti ile premissis obtineudis, et prò subventione Castri nostri Civitelle ... ducati mille prompte , et liberaliter obitderwtt, et ojfferwit de prescneti . Così una copia , presentata alla Regia Camera , in una causa introdotta dal Regio Procuratore del Patrimonio, nel ìS'ji. da riferirsi nella Cronichetta di S. Benedetto a Gabiano .
   CAPITOLO LUI.
   / escavato di Gio. Antonio Campano. Stabilimenti di SchiavOni, e di Albanesi tra noi . Edificazione di Giulia .
   Ridotta Solmona agli estremi per mancanza di viveri , si rendè al Piccinino . La guerra continuò tra Ferdinando , ed il Duca Giovanni nel i/jttf. e spesso ne furono teatro gli Apruzzi , segnatamente i dintorni del Vasto , eil i paesi de' Alarsi . In line Alessandro Sforza strinse in luogo sì disadatto il Piccinino , clic questi si vide obbligato a chiedere , ed ottenne di fatti per mezzo dello Sforza , un accordo con Ferdinando . Mancato al partito Angioino il più valido sostegno , gli Aquilani , e Pietro-Lalle Cam polì ostili Conte di Molitorio , onoratamente capitolarono ai 17. Agosto collo Sferza , e nove giorni dopo si alzarono in Aquila le bandiere Aragonesi . L' esito della lunga lotta fu che il Duca , dopo aver cercato un rifugio prima in Ischia , di poi in Gaeta ; bisognò che in ultimo se ne tornasse nel i4(>4. per mare in Provenza . Ferdinando generosamente premiò Antonio Piccolo-mini , per parte di sorella nipote di Pio IL, che per lui avea militato , col donargli , tra gli altri stati , la Contea di Celano , della quale entrò in possesso nel 1404. L' aver ciò notato non è fuori del nostro proposito ; percliè innestata iu seguito la famiglia Piccolomiui colla Silverìa , a noi l'orni due Vescovi , come vedremo .
   Nel medesimo anno r4(»3. in cui il trono di Ferdinando restò consolidato , 1' Aprutina Diocesi conseguì 1' onore di avere in Pastore uno de' più insigni Letterati , che allora fiorissero in Italia ed in Europa , nella persona di GIO. ANTONIO Campano , Vescovo ( trai conosciuti ) XLI. Nato in Cavclli , oscuro villaggio vicino a G al luccio , Terra dell'Agro Capuano, da genitori poverissimi ; o trasse egli stesso , o gli fu affisso di poi il cognome dalla Provincia ( Campania ) . Fanciullo venne impiegato per tempo non breve a pascolar le pecore fino a che i parenti , sotto la cura de' quali era rimasto dopo la morte del padre e della madre , facendo attenzione all' avidità di sapere , ed all' ingegno straordinario , che in Gio. Antonio rilucevano , lo condussero in casa di un Prete di Galluccio , perchè gli facesse scuola , mentre quegli servito lo avrebbe da domestico . Sorpreso il Prete dai rari talenti , e dall' indefessa applicazione del giovinetto contadino , non solo lo ammaestrò con diligenza fin dove le sue forze si estesero ; ma a sue spese lo inviò a Napoli pel prosieguo degli studj. Ivi insegnava a quel tempo le belle lettere il celebre Lorenzo Valla , di cui fattosi il Campano discejKilo , giunse a sorpassare ben presto i numerosi scolari , ed a meritare pubblici elogj , quantunque il Valla difficilissimo fosse a lodar chicchessia . Guari non andò che il generoso Prete discaricato fu dalla spesa , essendo Gio. Antonio stato trascelto ad onesti patti da un Nobile Napolitano per prò-