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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO LIV.
   Nuovi toròidi di Teramo . Grazie domandate dai Civitellesi al Re Ferdinando . Morte del Vescovo Campano .
   Di lui notizie biografiche .
   Spinto dai colpi di avversa fortuna , erasi finalmente indotto Monsig. Campano , come osservammo, a venirsene in Teramo. Quivi ebbe ben presto a chiarii si del molto bene che possono fare i Pastori , risedendo . Più non potendo i banditi Mazzaclocchi sopportare 1' esilio , ricorsero ad alcuni baroni loro benevoli , colla mediazione de' quali impetrarono dal Re Ferdinando nel i474. il permesso di ripatriare . Pur non fidandosi de' nemici dominanti Spennati , risolsero di rientrare in Teramo uniti , e ben armati , per Porta Romana . Nè adoperarono in vano si fatte cautele , giacché gli Spennati , dando anch' essi di piglio alle armi , lor disputarono 1' avanzamento in Città , e ne avvenne lunga baruffa sullo stradone , dalla Chiesa di S. Domenico a Porta Romana , con alcuni morti e feriti da entrambe le parti. In fine i Mazzaclocchi stimarono bene di sortire nuovamente da Teramo . La memoria di tale avvenimento , così fu segnata nel Necrologio ( apud Riccan. ) Anno incarnationis Domini 1474• Civita te Tera-innia cum Factio , quae li Spennati vocabatur, regeret ipsam Civitatem , et opprimeret (dtcram partem , quae vocabatur li Mazzaclocchi, cum quamplurimi istius Factionis essent in exilio ; jussit inclitus Rex Ferdinan-dus ut omnes exulcs essent redatti . Cum Factio , qiuie dicitar li Spennati impetum fccissct in altcram partem , praaliarunt inter S. Dominicum, vi Portam Romanam . In quo conflictu pariarunt ex Factione regente Joannes Georgius Angeli Petrutii, et Jacobus Joannis Antonii Gitii , viri yrolxitissimi : ex adversa parte Amuintius Donati Faber, et Campanarius cum multis vulneribus .
   Temcvansi con fondamento da giorno in giorno ulteriori disastri . A prevenirli , ed a ricondurre una volta la tranquillità tra i cittadini, energicamente scrisse il Vescovo al Principe ereditario Alfonso , che allora trovavasi negli Apruzzi , il quale spedi all' uopo in Teramo Antonio Gazo, di cui altre volte si è fatta parola: e rispondendo al Campano , impeguò lo zelo ili lui a cooperare agli sforzi del suo Commissario . Giunto questi in Teramo , e spedito salvacondotto ai principali Mazzaclocchi , riuscì nel corto spazio ili giorni all' imponenza di lui , ed all' eloquenza del Campano di calmare gli spirili , di comporre le vertenze , ed indurre i due parliti ad una pace perfetta . Piaccia rilevar meglio tutto ciò dal ragguaglio , che il Vescovo ne fece ad Alfonso , in una Lettera , riferita dal Muzj : Altidit mihi Screnita-tis luae licteras Vir praestantissimus Antonius Gazo , Commissarius siniul, et Saeretarius tiais : Quo viro , mea vita , bonitate aperta , diligentia vigili , dexteritate exactissima , clariorem vidi neminem : Jiiles autem , et constantia in negotiis peragendis tanta , quantum in eo esse oportet , qui maximo Principi assistit . Rene fi cium Screnitatis tiuie in stivatala bue Cintate , mira gratin , nec minori integritate perfecit. Vix biduum coni-moratus Factiones radicitus extirpavit , Magistratus reduxit in formatti , rapinis atque injurìis occurrit, auxit spetti civium , qui boius artibus stu-ilent : denique effecit ut jam hacc Civitas videatur , qiuia attica polius 20