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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Sir Cola ili Battista Canonico Aprulino , Antonio di Matteo di Pasquale , e Giovanni del Rosso . Quelli del 1Ò08., ni qunli si deve uno Stato de' debitori , erano Sir Gio. Angelo Arcidiacono Aprulino , Giacomo Salamita , e Berardo Forti .
   Sembra dunque che la fusione della grande Campana , cui dettero il nome di Aprutina, avesse luogo, al più tardi, nel 1481. Comunque siasi, essa diede motivo ad un beli' ingegno di tessere i tre seguenti distici , di pregio non ordinario , riportati dal Muzj , e dall' Antinori ( in sched. ) : Vivitc concordcs Terami popolosa Juventus : Admonet hoc dulci nos Aprutina modo . En ea didcisonat pariter dum prrcutit aera : Convocai ad Uuules qucmlibet ipsa Dei . I/orrida jam simplum latus en si pcrcutit lave est Ipsa aversa , sono Civibus arma parat . Il pensiero espresso nel secondo e tei-zo distico sul doppio officio dello campane , d'invitare cioè agli atti di culto , ed alle armi , fu comune a tutti gli Autori d' iscrizioni e ili clogj sulle campane , sì di quello che del precedente secolo . Intorno alla campana di S. Maria a Mare ( altrimenti Chiesa dell' Annunziata , unica fabbrica superstite della Terra di S. Flaviano ) la quale io credo la più antica di quante campane esistono attualmente in Diocesi , ho lette , non senza stento , nè senza pericolo di rompermi il collo , le seguenti parole : MCCCXLII. Mentem Santam spontaneam , honorem Deo , et Patrie liberacioncm . Facta fui tempore Domni Sabini Prepositi hujus Ecclesie . Mngister Nicòlaus me fecit Bona . Bello oltre-modo però , e peregrino è il monito racchiuso nel primo distico . Avrebbe voluto il Poeta che il suono della Campana ricordasse incessantemente ai Teramani com' essa ed altre pubbliche opere ripetevano 1' origine dalla concordia de' cittadini : e che la dolcezza di esso si trasfondesse ne' cuori . Forse 1' accorto uomo scorgeva i germi di nuove discordie . Forse da Vate , coni' egli era , presagiva che la tranquillità sarebbe di breve turbata . Se avviso cotanto salutare bastasse a tenere in freno gl' inquieti Mazzaclocclii , ed il turbolento lor capo , lo vedremo fra poco .
   CAPITOLO LVII.
   Apparizione di Maria SS. e costruzione della Chiesa in onor di Lei, fiori le mura di Canzano .
   I Lettori divoti prenderanno poco interesse in una moltitudine di fatti , che a noi è forza comprendere nella presente Storia : ma eccone imo da riuscir loro piacevole , ed atto ad aumentare la filiale confidenza , che aver dobbiamo verso la potentissima e clementissima Madre di Dio e nostra , Regina degli Angeli e de' Santi , del Ciclo e della Terra .
   Nel giorno 18. Maggio i48o. un Bifolco domiciliato nelle vicinanze ili Cinzano , di nome Floro di Giovanni, arando la tcira a circa un terzo di miglio dalle mura di quel Paese , verso Libeccio , vide a un tratto , sulle ore diciotto , inginocchiarsi i buoi . Attonito per avvenimento , che tosto conobbe non esser naturale , e drizzandosi dalla curva piegatura siili' aratro , osscrrò sopra un' albero di pioppo bianco , che volgarmente dicesi Alno , ed