Stai consultando: 'Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3 ', Niccola Palma

   

Pagina (27/321)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (27/321)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   CAPITOLO LXIX.
   Guerra del Tronto . Presa , e saccheggio di Campii . Valorosa resistenza di Civifella . Ricompense accordate ai Civitellesi.
   Costruzione di quel Regio Castello.
   Gio. Pietro Carafa , divenuto Papa col nome dì Paolo IV. ai a3i Maggio i555., fu figlio di Vittoria Camponesehi , per le ragioni della quale. era passata a Gio. Alfonso Carafa , altro di lei tiglio , la Contea di Montorio : quindi a Ferdinando , di costui primogenito , ed in ultimo al secondogenito Giovanni , dicliiarr'.i ben tosto dallo zio Duca di Palliano e Capitan Generale della Chiesa . Nemico della Corte di Spagna si diede ad istigare il Re di Francia Arrigo II. ad intraprendere la conquista del nostro Regno , decantata per facile e per le sollevazioni , che vi si credevano immancabili , e pel concorso delle Forze Pontificie . Filippo II. a giorno de' maneggi di Paolo , volle nella guerra imminente assicurarsi dell' ajuto di Ottavio Farnese , cui perciò rilasciò il possesso delle Città di Piacenza e di Novara : ili che informato il Papa tentò di torgli Castro , senza riuscirvi . Diede indi ordine a D. Ferdinando Alvarez di Toledo Duca di Alba , nostro Viceré , d' indurre alla pace il Pontefice con trattative : e quando queste non riuscissero , di movergli guerra . Tentati indarno i diplomatici mezzi , il Duca fece massa a S. Germano , donde ai principi di Settembre iJ5t). entrò in Campagna di Roma , dove occupò molte città e castelli , e pose la Capitale stessa iu grave timore .
   Ad operare un diversivo , ed a fomentare le immaginate sollevazioni degli Apruzzcsi , mediante la Contea di Montorio , Antonio Carafa Marchese «li Montebello , altro nipote di Paolo IV. , venne in Ascoli con uu migliajo di uomini , e vi s' ingrossò co' presidj e colle milizie Marcheggiane , e coli' unione a Gio. Antonio Toraldo . Il disegno però di portar la guerra Dell' interno del Regno riuscì vuoto , perchè i Papalini ebbero tantosto a fronte D. Ferdinando Loffredo ( figlio dell' insigne Giureconsulto e Reggente del Collaterale Cicco Loffredo ) Marchese di Trivico , Governatore della provincia , con mille soldati venuti antecedentemente da Napoli , e colle genti armate de' nostri Paesi . Fu molto verisimihncnte in tale congiuntura che dalla Città e dal Contado di Teramo uscirono ottocento uomini , tra i quali ( scrive Muzj di. 7. ms. ) furono tre Capitani di Fanteria Gio. Ascolo Forti, Gio. Domenico Vezj , e Roscio Flasta , e dieci Alfieri . Niuna delle due parti ardiva prendere 1' offensiva , quando Carlo Loffredo , figlio del nostro Preside , giovane valoroso di soli venti anni fece un' irruzione colla Cavalleria fino a Ripatransone , saccheggiando Spinetoli , Monsanpolo , Montepraridone ed Acquaviva ( Marcuc. n. 74. ) • Volle il Carafa rendergli la pariglia , ed uscito da Ascoli, anch' ei depredando , scorse per Faraone > S. ligidio, Torano, S. Omero, e Controguerra . Quivi lasciata una compagnia di fanti , si accostò a Corropoli , intimando a quegli abitanti la resa . Presero eglino tempo a determinare , informando ben tosto W Governatore della provincia della loro situazione . Avuto in risposta 1' or-difendersi colla sicurezza del soccorso , rimasero sordi alle esibizio-àcV Cavafa , il «piale si astenne dall' assalirli e perchè privo affatto di wrtAjùcna, e perchè tenuto in soggezione dalla vicinanza del Marchese di