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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   delle (oni c case foiti di campagna dal Vernano in qi à : e per Valle Castellana e montagna di Roseto anche delle torri site ne' Luoghi abitati : e si proibì la ricostruzione di esse. , o la nuova fabbrica di consimili , sotto pena di morte e di confisca . Sull' esatta osservanza di tale articolo s' inculcò a segno la vigilanza agi' Impiegati , che-in caso ti' inavvertenza lor si minacciò ì: ira ed indignazione Regia , la privazione degli ullìzj , e 1' inabilità ad altri conseguirne in futuro . Sgarronc ed il così detto Mezzabotta infestavano a qucll' epoca il Contado di Molise indipendentemente da Titta e da Santuccio .
   Parve, di questi tempi, alla mente felice del Marchese del Carpio che lo stabilimento di un Tribunale collegiate in Teramo , altronde indicalo dai nostri rappoili topografici alle frontiere ed al mare , avrebbe potuto contribuire alla distruzione del banditismo , ed a soffocare novelli germi di sedizione per 1' avvenire . Discusso ed appiovato il progetto uel Consiglio Collaterale , e sanzionato da Carlo IL ei dislaccò , con Ordine ( due volte rammentalo dal Giustiniani ) de' a1?. Novembre i(>84- dalla giurisdizione dell' Udienza di Chieti il tratto di paese , che rimane di quà dal corso della Pescara , e ne compose una nuova provincia . Creò il Capo-Ruota , gli Uditori, ed il f iscale del nascente. Tribunale , ed il Dot. Carlo Riccanali Avvocato de' poveri . Volle però che il Preside restasse comune a Chicli ed a Teramo , da risedere o nell' uno o nell' altro Capoluogo, e da presedere o all' una o all' altra Udienza , secondo che lo richiedesse il bisogno. Per 1'alloggiamento di esso , per la sala di giustizia, e per le necessarie officine, la Città cede volentieri la maggiore e miglior parte del pubblico palazzo . Non pensò però il Marchese del Carpio ad istituire in Teramo anche la Tesorerìa , laonde sui punti di finanza si continuò a riconoscere la Luogoteuen-za di Penne . E perchè la cassa di Penne non era che un ramo della Tesoreria di Apruzzo Ultra , stabilita in Aquila : e perchè il Preside di Chieti e di Teramo continuava a dirsi Preside di Apruzzo Cifra , non si rimediò alla confusione , da noi avvertita nel Cap. LXXX1I. , ad evitar la quale prevalsero le denominazioni , per se stesse improprie , di Provincia di Chieti , Provincia di Aquila, e Provincia di Teramo, usate fino ai giorni nostri.
   CAPITOLO LXXXVIII.
   1
   Ultime prodezze di Santuccio di Froscia . Fine del banditismo .
   Costruzione del Forte di Molitorio .
   Per la ritirata de' banditi ne' monti dello Stato Ecclesiastico crasi goduto qualche tranquillità ; si vociferava anzi che se ne fossero andati a Venezia a prender soldo da quella Repubblica ; quand' ecco la nuova d' esser eglino ricomparsi in 'Pachila di Roselo . Al primo avviso . Domenico Cavalli Capo-Ruota del novello Tribunale di Teramo , si mosse con delle tFupj>e a quella volta : ed a lui tenne ben tosto dietro con delle altre il Preside D. Alonso. I banditi però aveano di già abbandonato quel villaggio, e per Macchia Tornella e Valle Vaccara erano piombati sul Cervaro . Seguendo le loro tracce , il Cavalli e D. Alonso si rincontrarono nel Piano di Roseto : ed ivi fatto alto di poche ore , onde dare ai soldati un riposo , bisognò che per soccorrere il Cervaro scendessero la disastrosa costa della Tibia . Gnor-