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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   aG 7
   Dicembre , donde ripartirono 1' indomani per Solmona ; così torbidi apparecchi fecero concepire inquietanti pronostici per 1* anno venturo .
   capitolo ci.
   Occupazione militare del 1806. Assedio di Civitella.
   Sembrò che la confusione presedesse in Gennajo ai movimenti delle poche milizie acquartierate nelle nostre frontiere . Nel giorno 7. erasi stabilito un ospedale militare nel convento di S. Maria delle Grazie , dal che si argomentava 1' ulteriore permanenza delle medesime tra noi ; quando nel di seguente lo squadrone di cavalleria ebbe ordine di recarsi in Pescara , ove furou anche chiamati i Cacciatori Sanniti ed i Marsi . Le successive notizie della giornata di Austerlitz , della pace che o' emerse , e della marcia d'imponente armata Francese verso il Regno , cagionarono quel silenzioso riconcentramento , che suole precedere ai grandi cambiamenti. Crebbero le incertezze ai 14. Febbrajo, al risapersi che nella precedente notte il Preside Carbone se n' era partito alla sordina . Se non che due cose giovarono a calmare gli spiriti in quel giorno stesso : la pubblicazione dell' editto del Principe Ereditario , Reggente , col quale si esortò , s' impose anzi la sommissione alla forza preponderante , eh* era per occupare il Reame : e 1' organizzazione di una Guardia civica , sotto il comando di gentiluomini moderati e prudenti , disposta dal consiglio decurionale per 1' interna sicurezza .
   Questa volta niun corpo Francese entrò nel Regno per la via del Tronto : ma uno essendone penetrato per la provincia di Aquila , ebbe subito quel Castello e proseguì la marcia per Chieti . Di là il Generale Lecchi mandò proclami anche per la nostra provincia , sulle prime nè ubbiditi , nè contraddetti : ed un Ulliziale per intimare la resa alla Fortezza di Civitella . Costui , accompagnato dal Segretario e da un trombetta del Tribunale , si presentò a Civitclla ai ai. Febbrajo. Il Maggiore Matteo JVade , Irlandese di origine , uomo di fermo carattere , Comandante del Forte , non volle ricevere dentro di esso 1'Ulliziale , sebbene consentisse ad un abboccameuto, vicino la piccola Chiesa di S. Lucia , fuori le porte . Egli esigè che un suo Ulliziale portasse la risposta al Lecchi , onde poter così verificare ancora se le altre Piazze del Regno si fossero arrendute , e le truppe del Re disperse, come se gli annunziava . Non tardarono molto a far ritorno i due messi : ma la risposta definitiva del JVade fu che giudicava suo dovere il difendersi fino agli estremi , ad onta degli ordini generali della Reggenza , lasciata in Napoli dal Principe Ereditario , de' quali gli si era data comunicazione . Si fatta determinazione del Wade è tanto più degna di osservazione , quanto clic la guarnigione di Civitella trovavasi allora composta di soli Uffiziali e soldati provinciali, e di artiglieri littorali. Dovendo il Lecchi proseguir le mosse verso le parti meridionali , nè potendo dividere le forze, Wade venne lasciato in pace per circa un altro mese . Ei profittò di tale intervallo per compiere gli apparecchi di difesa , e per concertarsi con valoroso capo d' insorgenti .
   Di questo capo non avea iìnquì io fatta menzione , perchè nè egli ap-parteueva alla nostra Regione , nè aveva figurato tra noi nelle vicende del 1799. sebbene molto figurato avesse di là dalle frontiere in quell'anno.