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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - XLVI -
   specialmente nelle riflessioni e nei giudizii di certi fatti si può dissentire da lui, non si condanna, ma si assolve e si finisce col dire: eppure ha ragione sotto il suo punto di vista !
   Per queste doti i migliori storiografi Abruzzesi e forestieri fin dal comparire la sua Storia l'ebbero in pregio grandissimo e tennero in molto conto le sue fatiche.
   Ma se molti sono i pregi, molti ne sono anche i difetti.
   Innanzi tutto diciamo che molti non sono dell'A., ma dei copisti, come abbiamo veduto, e della forma di dialogo voluta dare alla narrazione dei fatti.
   11 grave difetto della lingua e spesso dello stile si deve attribuire in gran parte al non avere il Muzii dato l'ultima mano alla Storia, sì perché non ebbe agio di stamparla, sì perché lu impedito da morte a compiere il suo disegno, tanto che non dice alcune cose che precedentemente aveva promesso di dire e l'ultimo dialogo è evidentemente monco alla fine e tutta l'opera, come questo dialogo, manca d'una conclusione. Questo ci spiega come nella storia si trovano dei difetti che non si riscontrano nell'opera finita del Padre di Fame glia.
   Notiamo altro ancora.
   Non c'è sempre proporzione tra le parti; riescono inopportune certe riflessioni; l'A. dà troppa importanza ad alcuni l'atti e la toglie ad altri non riportandone

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