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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
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   - XLVII 
   per questo i documenti necessari e che egli aveva in suo potere. Non sempre assegna limiti certi tra ciò che è di tradizione e di leggenda e quel che ha la prova storica.
   Al lavoro del Muzii viene a taglio il nome di cronistoria. Concludiamo; per questi difetti e pregi, l'opera storica del nostro A. è stata da alcuni che si arrestano alla forma esteriore giudicata poco favorevolmente pel passato, ma molto favorevolmente da altri che n'hanno ben compresa la sostanza (i).
   Questa Storia, l'abbiamo notato altrove, ha procurata meritata fama all'A. presso i dotti d'ogni tempo e per Teramo è un vanto di averla.
   § 13. Fonti della storia Teramana. Scrittori antichi.
   Monsignor Campano.
   Mentre nel secolo XIII le altre città d'Italia fiorivano di belle lettere e di belle arti, Teramo risorgeva appena dalle sue rovine (2) e come sugli avanzi degli antichi edificii innalzava i nuovi, così alle passate tradizioni cittadine ne aggiungeva delle altre riprendendo la vita di libero Comune. Ma a tanto bisognò del tempo. Prima dovettero fare e poi potettero narrare, tardi fecero e tardi narrarono i nostri padri.
   (1) Fin dal tempo del Muzii correvano (lolla sua Storia questi giudizi varii a stare a quel che si dice nei Dialoghi Curiosi.
   (2) La nostra città fu distrutta nel 1155 dal Conte Loretello, ribelle normanno. Nello stesso anno come Teramo sulle sulle sue rovine, cosi Asti, Chieri e Tortona piangevano sulle loro apportate da altra mano, dal Barbarossa !

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