musco della sua casa e vi formava al bello e al vero la gioventù teramana. Abbiamo di lui due operette, una latina del 1765 ed è la vita del Campano, di cui già aveva pubblicata la descrizione di Teramo fatta in una epistola all'Ammannati, la seconda italiana, cioè il Catalogo degli uomini illustri della città nostra pubblicato nel 1766.
Aveva già preparato la tela di un periodo di storia Teramana sotto i regni di Ruggieri e di Ferdinando il Cattolico, quando tutto, storia e documenti tolti dagli archivii cittadini, fu preda delle fiamme appiccate dalle orde del 98 al suo palazzo. L'anno appresso perì più miseramente anche l'autore. Quante perdite in men di un anno per gli studii storici della nostra regione!
Troviamone compenso nelle ricerche di G. Bernardino Delfico, nella sua Interamnia Pretura.
1739-1814. Egli e il primo che allarga il campo delle ricerche e rimonta ai latini ed ai greci e, dopo i felici tentativi del Brunetti, getta le basi della vera Storia di Teramo. Partendo dalla Cronaca del Muzii, dalle fonti e dalle prove già note ed addotte, ne aggiunge altre e fa dei capitoli della sua Interamnia Pretura una serie di dissertazioni intorno ai principali capi della nostra storia incominciando dalle origini e venendo al secolo XV. Coronamento delle sue fatiche sono l'epistola del Campano da noi ricordata di sopra e la collezione delle lapidi d'Interamnia. Come cittadino e cultore di varie disci-