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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   torità religiose, civili, militari, giudiziarie; vi soprabbondano attorno ali di casamenti per la servitù e i clienti, alcune parti attendono ancora il compimento, alcune altre sono lasciate a fiore di terra e hanno bisogno di molto lavoro. Chi vuole portare a fine questo maestoso edificio deve spender molto, modificare assai ed aggiungere altro pei bisogni cresciuti dei nuovi tempi. Col compimento però di questo edificio, anche gli altri si porteranno a termine; così l'insieme, vecchio e nuovo, seguendo il disegno regolatore e introducendo altro sistema d'illuminare, potrà dirsi città e rispondere alle moderne esigenze dei suoi abitanti e dei forestieri.
   Ecco l'immagine dei lavori storici fatti sul suolo noto d'Interamnia, d'Apruzzo e di Teramo, della vita svoltavisi nei tre evi, antico, di mezzo e moderno. Gli abituri e le case alla ventura sono i cronisti minori, le fabbriche ai lati delle strade i cronisti maggiori, ad un capo il Muzii all'altro della strada maestra il Palma, le vie da allinearsi, le fabbriche da farsi di pianta, le riparazioni, le modificazioni, i lavori di finimento ed altro, è quanto resta da farsi per la nostra storia.
   In questa fine di secolo se si guarda in dietro si vede che molto si è fatto, specie se questo si mette in paragone con lo stato dei lavori storici degli altri ed è tale da trarne conforto ad andare avanti, ma il pensare quanto resta da fare, quanto anzi da disiare, fa tremare le vene ed i polsi anche ai più poderosi.

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