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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   raffinati dalla sventura, devono dire di uomini liberi, di cuori e mani intrepidi, che col sacrifizio della loro vita hanno salva quella della patria nel senso stretto della loro città e dell' Università quando altra ne mancava. Tutti sentono questa gran forza della virtù dei padri e si confondono con loro nell' amore tenace e gigante come il Gransasso. E sentono che senza questo amore una cittadina come la loro non risorge tre volte dalle sue rovine, né può serbarsi libera dalla cupidigia del potere e dalle insidie dell' ambizioso signorotto in tempi sì difficili e duri, mentre altri piegano di cattivo esempio a servitù.
   A questi pensieri e a questa conchiusione ci ha fatto venire il Muzii come l'abbiamo letto noie come l'hanno imitato gli altri cronisti dopo di lui. Ora l'esempio del Muzii e degli altri deve invogliare agli studii storici, al lavoro da farsi e da continuarsi, alla sintesi dei fatti seguiti in Teramo, nel suo Comune e nella provincia di cui è capoluogo e le dà il nome.

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