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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deģ Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   ALLI GENEROSI GIOVANI TERAMANI (')
   MUZIO DE' MUZIJ
   SOMMARIO
   1. Ragioni di scrivere questa storia. 2. Ragioni di scriverla in dialoghi. 3. Esortazione ai giovani di leggere la storia patria.
   I.
   Essendo venuto gli anni passati in questa nostra Cittą inclita patria il molto Revdo Padre Frat'Angelo Rocca cognominato lo scrittore dell'Ordine Eremitano di S. Angelo (ora Sacrista del Papa), te intendere ai Signori del Reggimento, ch'Egli avea intenzione di descrivere l'Italia assai pił copiosamente che non avevano scritto il Volterrano, il Riondo e Fra Leonardo Alberti; e che, per aver relazione certa di tutti i luoghi, andava personalmente circondando l'Italia in compagnia del Revmo Generale del suo Ordine, e diede alcuni capi, sopra i quali desiderava di essere informato dai detti del Reggimento, le quali li mandarono a me, imponendomi, che per decoro della Cittą dovessi colla celeritą possibile informarmi di quello, che nei capi si conteneva, ponerlo in scrittura, e quella mandarla al Padre. Io ricusai tal peso dicendo non essere delle mie spalle (siccome in effetti non era), ma poi pregato, anzi forzato da Giuseppe Mezzocelli, e da Francesco di Nardi, che mi potevano comandare
   (1) In altro codice leggesi: « Agli studiosi lettori e curiosi delle notizie di questa 'cittą di Teramo » Le a/tre varianti, che sono moltissime, dei codici consultati noteremo alia fine del volume.

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