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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   maggior numero di gente atta a combattere di quel che era in effetto, appiccarono, e ben adattarono ai menti delle loro donne i propri capelli, acciocché paressero maschi, e così facendo paura ai nemici, si aprirono la via a passare. R da questa mascherata delle lunge barbe furono chiamati Longobardi e dopo , essendo corrotto il vocabolo Longobardi, il qual uso di portar le barbe lunghe a dis-simiglianza degli Italiani, continuò in essi, finché il loro dominio fu del tutto spento. Essendosi dunque questi Longobardi impadroniti dell'Itaca, siccome ho detto, ed essendo padroni del Piceno, provincia si a noi vicina, la quale da essi fu chiamata Marca , risedendo il suo governo col nome di Marchese in Ancona, dobbiamo fermamente tenere, che questa Città fosse da loro non solo dominata, ma restaurata, e tàlta loro colonia.
   Rai. Io, essendo poco pratico d'Istorie, sono facile a credere, massimamente se il dir vostro sarà fondato con qualche ragione..
   Giul. Già altre volte ho detto, che delle cose oscure, e non note, Io sempre parlo per congettura di quei poco, che trovo scritto, e però a tal proposito dico, non esser dubbio alcuno , che questa Città al tempo dei Longobardi era abitata, ti per pruova basta solo l'epistola di S. Gregorio, la quale scrive al Vescovo Passivo ; ma che sia stata lor colonia, il dico per congettura di quel che ho letto nell'antico Registro conservato da Monsignore Revmo nostro Vescovo, dove stanno notati i beni, che si dovevano alla Chiesa Cattedrale Aprutina, cominciando dall'anno ottocentesimoquarto di nostra salute: nel quale, nelle stipulazioni de' beni , che si donavano alla detta Chiesa, sono piti volte nominati i Longobardi in questo modo: Ego Odemundus Filius Transumundi insimul cum Gualterio Fido meo concedo omnes res meas Episco (1) MAE, eie. quod est aediflcàlum ubi Interamnes rocatur. Et quoniam Luitbrantus (2). Rex costituii insuo Capilulari,ul quicumque Longobardus e te. (3).
   (1) Dovrei leggersi: Episcopio.
   (2) Liutprandus.
   (3) Io 0 lemondo figlio di Trasmondo insieme con Gualtiero figlio mio concaio tutti i miei beni al Vescovato di S. M. (Santa Maria) che è edificalo nel luogo, che è dello Teramo. E poiché Liutprando slabi/ì con un. suo Capitolare che chiunque dei Longobardi ecc.

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