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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   all'Imperator Corrado loro antico signore (1). Fu il Vescovo graziosamente ascoltato, ed ottenne non solo, che la Città si riedificasse, ma il Re, senza esserne richiesto, ne fe' a lui libero dono, e che a suo beneplacito ne disponesse; con condizione però, che pagasse o-gni anno al Regio Erario l'adoa, siccome si usa a questi nostri tempi pagare per i feodi de Castelli distrutti. Ed acciocché con più prestezza la Città si riempisse di abitatori, il Re diede potestà al Vescovo di conceder franchigie, ed immunità nel modo, ch'Egli avria giudicato necessario (2). Ritornato il Vescovo in Teramo richiamò quelle genti, che stavano nella pianura di s. Angelo , le quali con allegrezza vi vennero, ciascuno accomodando la propria abitazione in forma di Capanna nel luogo, ove per prima aveva avuta la Casa. Ed il Vescovo, conoscendo che la Chiesa Catedrale antica non senza grande spesa si poteva riedificare, giacché era tutta distrutta, ed abbruciata, fuorché due Cappelle, che ora stanno in piedi in forma di Chiesola con titolo di S. Gelulio, e vedendo che un'altra Chiesa con minor spesa si saria risarcita, considerando anche, che questa nuova Chiesa sarebbe situata nel mozzo della Città, secondo che figli aveva intenzione di farla circondare di muraglie, la fe' con la celerità possibile, ed al meglio, che si potè raccomodare, ed ornare.
   2.
   Roì). Dunque la Chiesa di S. Getulio era la Catedrale antica ? Qml. Si, ma con titolo di S. Maria Maggiore, e questa era la Chiesa alla quale quei Cittadini antichi facevano le devozioni, ed i legati, de' quali in parte abbiamo ragionato.
   Rob. Quanto si estendeva l'ampiezza di questa Catedrale ?
   (1) La vera cagione delia resistenza de' Teramani al fellone Loretello fu la loro fedeltà al nuovo re Guglielmo, il quale perciò si mostrò cosi condiscendente ai desidera del Vescovo Guido.
   (2) Il Palma vuote che questa concessione di franchigie e d'immunità non sia una novella donazione del Re, ma una conferma ed un' ampliazione di diritti già preesistenti Stor. Voi. I pag. 181.

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