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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   parti dalla Ciità; ondo i Cittadini, seu Canonici elessero subito in Vescovo Àttone Arciprete di S. Plaviano, che era non men di Dionisio di buona vita, e fama. Il quale il primo anno del suo Pontificato, vedendo, che il Corpo di S. Berardo con poca divozione, e riverenza era tenuto, sebbene nella sua morte era stato in luogo degnissimo della Cattedrale antica seppellito, nondimeno nell'incendio della Città fu conservato, comecché ascosto in una stanza sopra la Cappella di S. Getulio, rimasta illesa, come abbiamo detto, por intercessione di quel Santo. Or stando nel modo, che si è detto con poca riverenza, il Vescovo, che aveva notizie delle grazie, e miracoli, che a suo ricordo Iddio per intercessione di quel Santo aveva fatto, pensò trasferirlo nella nuova Chiesa. E fatto congregare il Capitolo dei Canonici, fu di comune consenso conchiuso, che si dovesse trasportare, siccome il Vescovo aveva proposto. Sparsa la fama per la Provincia di tal solennità, concorse il giorno deputato nella Città da tutte le circonvicine parti con molta divozione gran moltitudine di gente. Tunc Arto (recitandovi Io le proprie parole della leggenda) Benignissimus Pater virtutmn omnium clilectione repletus et di-vinis clementissime armis indutus ad tantum gaudium oslenden-clum accessit, et sanctissimi Confessoris Corpus in suis honestis-simis ulnis devote suscipiens, turba etenim circumstante iaudes Domino referente ad superiorem Ecclesiam soiemniler deportava. In qua versus Solis occasum a septentrionali parte iuxta sinistrum angulum venerabiliter recondidit. Ubi, Deo propilio in ejus honore plurima largiuntur, ipso praestante qui vivit, et regnai in sae-cula saeculorum. Amen.
   Rob. Mi son venute le lagrime agli occhi, e pure assai mi dolgo, anzi riprendo me stesso della poca devozione e riverenza, che ho portato a questo Santo. Ma prometto per l'avvenire, già un'altra volta l'ho detto, ricorrere alla sua intercessione. Ora ditemi quale è il sinistro cantone della Chiesa, ove il Santo Corpo fu riposto.
   Giul. Era sotto l'Arco tra l'Altare maggiore, e la Sacrestia vecchia. Ma avvertite, che la nave superiore della Catedrale a quel tempo non era edificata, e la Chiesa veniva a finire verso Occidente con un muro al lato alla sepoltura di questo Santo, il qual muro tira dritto sopra l'Altare maggioro fin all'altra parte della Chiesa.

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