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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

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   Asculo etiam, de Spoleto, et aliunde veniébant apud Teramum ad emendum, et vendendum venules, res scilicet frumentum, ani-malia, fructus, legumina et alias res venules grossas et minutas die Sabati praedicto. Interrogatus comodo scit, dixit quia multo-ties venit apud Teramum ad mercatum praedictum, ad vendendum, et emendum, et vidit, quoil ibi erant homines ad mercatum cum mercimoniis, et rebus venalibus. Vidit etiam frequenter homines praedictorum locorum euntes et redeuntes a mercatu praedicto. Interrogatus de tempore, dixit quod vidit hoc a tempore sui recordi (1). In tempore Regis Guglielmi II, bene per quinde-cim annos, et post mortem ipsius Regis usque ad presenterei, in quo fuit prohibitum per Curiam, ita quod sunt bene sexaginta anni, et amplius, quod vidit dictum mercatum fieri continue, ut dictum est. Interrogatus de loco ubi cousuevit fieri dictum mercatum, dixit intus Teramum ante Ecclesiam Episcopatus. Dopo questo testimonio ne furono esaminati alcuni altri, che dicono l'i-stesso, poi segue la sentenza per la quale si riconcede, che non o-stante i nuovi statuti imperiali, in Teramo perpetuamente si possa fare il mercato in giorno di Sabato.
   Rob. Mai avrei creduto, che il nostro mercato fosse sì antico.
   Giul. Forse e senza forse ora avanti che la Città fosse distrutta, perchè un altro Testimonio dice fin dal tempo del primo Re Guglielmo, il quale concedette la riedificazione della Città, e però si può tenere, che confermasse quel che per prima era solilo.
   II.
   Rob. L'istesso credo anch'io. Or seguite, se avete a dir altro di questo Imperatore, e della Città al tempo, che egli era Re.
   Giul. Della Città non ho altro, che dire, ma dell'Imperatore mi potrei prolungar assai, perchè essendo stato Re di questo Regno quarantanove anni, ed Imperatore treutatrè, fece molte cose, sebbene poi la maggior parte degne di biasimo, perchè danneggiò molto
   (1) In tutti i quattro manoscritti leggesi l'abbreviatura V. B.

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