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Rol). Gli errori degli anni, massimamente se non sono molti, poco importano, ma che cosa di sostanza contengono le scitture che Voi dite?
Giul. Al tempo di questo Corrado, del quale ragioniamo , era Vescovo nella Città Attone di tal nome II., (t) che fu il sesto dopoché la Città fu riedificata, il quale desideroso, che la Città crescesse tuttavia di Abitatori faceva a tempo a tempo andare nel suo Palaggio separatamente i Signori dei circonvicini Castelli, ed anche i Sindaci delle loro Università. Poi con efficaci ragioni persuadeva ad essi il venire ad abitare questa Città, promettendo molte cose utili, ed onorate per loro. Onde la più parte di detti Signori, ed anche i Vassalli vennero ad abitare nella Città. Nelle scritture dunque che ho detto stanno notato i patti, e le convenzioni, che si facevano tra il Vescovo, ed i Sindaci della nostra Università da una parte, ed i novi abitatori dall'altra parte.
Rob. Avreste la copia di queste scritture ?
Giul. L'ho di tutte, ma di ninna integra, avendo fatto copiar solo il principio, e quel che contiene di sostanza.
Rob. Fatemi grazia leggere qualche una, che ne riceverò ricreazione e contento.
Giul. Lasciate che trovi. Eccole, udite In Dei nomine Amen. Anno Incamationis ejusclem 1251 Regnante Domino nostro Corrado Dei grafia Romanorum in Rege eleclo semper Augusto. Poi seguono i nomi dei Signori dei Castelli, che per brevità lascio di dire. Qui quidem Domini eorum libera, et spontanea volun'ate promiserunt Domino Attoni Venerabili Aprutino Episcopo , prò se, suisque successoribus, et Domino Alberto Bonifdii Raimo Vin-cenlii, et Ginosi Pelvi Sindicis Civitatis Terami ad requisii ionern didi Episcopi Aprulini submillere omnes eorum Vassallos, quos Labini In Podoniano, Valenlano, Sorlala, Insula posita prope Olvanam in Monacello, et Nepezzano, et a Castronia inferius in Terra Guidonisca usque Trontinum, et omnes alios Vaxallos eo-
(1) In ordine a questo Aitone II. cfr. Palma, Capitolo XXXIII e specialmente alla p. 13 e seg.