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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   fidclibns nostri Regis oh laesam conscientiam, quam habebat iae-sae Majestalis.
   Rob. Si dimostra per questa scrittura clie la Città fosse fedele al Re, e che per la fedeltà sua fosse rimunerata di quel Castello.
   Giul. Io non ho potuto trovare mai, ohe questa abbia macchinato contro i lecitimi Re, ma sibbene, che abbia patiti disagi, fame, e morti, per esser loro fedele.
   Rob. Gran contento ricevo in sentire queste coso. Or seguilo il corso dell'Istoria e quel che nella Città occorso, mentre fu Re Carlo.
   12.
   Giul. Dopo la morte di Corradino, e del Duca d' Austria nel modo che si è detto, Carlo s'incrudelì contro quelli, che nella loro venuta si erano ribellati. Ed avendone fatti castigare molti, similmente da molti era odiato ed i Francesi, che si trovavano nell'Isola di Sicilia, insuperbiti per la vittoria di Corradino e per il castigo dato ai ribelli del Regno trattavano si malamente i Siciliani, che non so, se da Nemici barbari avessero potuto ricevere peggio. Onde congiuratisi con gran secretezza contro i Francesi col favore di più Principi Cristiani, il giorno di Pasqua dell'anno 1281 al suon di Ye-spero l'uccisero tutti, ed era tanta l'ira, e la rabbia delli Siciliani, che non perdonarono alle proprie donne gravide di essi Francesi, sventrandole tutte, ed incrudelendo contro quelle picciole creature.
   Roti. Empietà e crudeltà orrenda fu questa. Chi restò poi Signore dell'Isola ?
   Giul. Li Siciliani si diedero a Pietro d' Aragona , dal quale, e dalli Successori furono gagliardamente difesi. Senti il Re Carlo di questo fatto gran dolore e volendosi risentire, tentò più e più volte, per riacquistarla, ma ebbero tutte infelici successi, e tra gli altri, essendo Carlo suo figlio andato contro l'armata del Re d' Aragona che fin al Molo di Napoli si era accostata, fu da quella vinto, e fatto prigione. Questa seconda perdita raddoppiò il dolore al Re Carlo, che tornando di Provenza in quel giorno era arrivato a Gaeta. Onde avendo anche udito, che il popolo di Napoli faceva tumulto

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