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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   con animo di ribellarsi, ripieno d'ira, e di sdegno si mosse con intenzione di abbruciarla. Ma ebbe tanta l'orza la parola del Legato Apostolico, che si placò, sfogando l'ira con la morte di centocinquanta Cittadini, ch'erano stati Capi del tumulto. Or mentre faceva apparecchio, per andare aila ricuperazione di Sicilia, avendo l'animo occupato in diversi pensieri, si ammalò in Foggia, e vi mori, ed indi fu riportato in Napoli, e con solenne pompa all' Arcivescovato fu sepolto il Febraro dell'anno 1284 (dicono i Scrittori dell'Istorie del Regno), ma io tengo, che sia errore di un anno per quel che in due luoghi di un antico libro di questa Città apparisce.
   Rob. Volete che abbia più credito questo vostro libro che i Scrittori delle Istorie, massimamente se sono conformi nel dir loro?
   Giul. Si, perchè l'errore sarà causato dal Collenuccio che fu il primo degli altri quattro a scrivere le Istorie, e si ha da presumere, che sia più veridico un libro scritto a penna negli stessi tempi, che sono i fatti occorsi, che i libri stampati, scritti dagli Autori cento e due cento anni poi; tanto più che in simili libri che trattano delle Istorie del Regno, si leggono più volte gli errori, e la varietà negli anni.
   Rob. Poco importa in ultimo questa varietà degli anni a proposito del vostro ragionamento.
   Giul. Importa si perchè dicendov' Io un fatto accaduto in un tempo, e leggendo poi Voi le Istorie, che dicono esser stato prima, tenereste me per bugiardo.
   Rob. Che cosa appare in quel libro antico della Città ?
   Giul. Già vi ho detto, che alla venuta di Corradino si ribellarono molti Baroni e tra gli altri il Signore del Castello Morricone, dei quale poi per sua ribellione fu privato, e dato alla Città: ho anche detto, che in quei rumori fu ascosto il Corpo di S. Berardo sopra la Cappella di S. Getulio. Or si tiene, che morisse Colui che l'aveva ascosto, senza averlo rivelato ad alcuno, e che sedici anni poi per divina rivelazione (piamente parlando) fosse rivelato, seu ritrovato dal Vescovo della Città, e riportato nello stesso Altare, ove dal Vescovo Attone era stato posto. In quel libro adunque appare tale invenzione con queste parole. In Dei Nomine. Amen. Anno Domini 1284 Die lunae octava Madij, duodecima indiciione, Pontificatu Martini Papae IV. Regnante Domino Carlo Regni

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