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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   tiara suam, et boriarti voluntatem. Pro parte vestra fuit nóbis ex-positum, quod vos Castrum Montoni de Aprutina Provincia, quod Ugo de Banco de Barro Miles a Curia tenebat in feudum, uniendum, et incorporandum dictae Civitatì prò adiacentibus ve-stris commoditatibus, ed abilitatibus noviter ab eodem Tigone prò certo inito, et convento pretto emptis etc. e siegue il Regio assenso. Ed il dì 29 Aprile di detto Anno si vede un altro ordine Regio, nel quale si comanda che gli Uomini di Montorio, Gasali, e pertinenze obbediscano nelle Cause Civili, e criminali al Capitano di questa Città, ed un altro dell'otto Maggio che pagano tutti i pagamenti u-niti con la loro Università.
   Rob. Dunque fin a Montorio si estendevano le pertinenze e giurisdizione della Città?
   Giul. Credete forse, che la Città non abbia avuta giurisdizione di altri luoghi, che di Montorio ? un altro giorno, e forse oggi vi nominerò (oltre quelli che ho nominati) più Castelli, e luoghi comprati, e soggetti alla Città, che poi per negligenza, e poca cura o per discordie Civili, e per altri infortuni si sono perduti.
   Rob. Saria soverchia la riputazione nostra, se al presente la Città possedesse tanti Castelli, quanti Voi dite, che possedea a quel tempo.
   Giul. Così vanno le cose della presente vita, or salendo, or calando.
   Rob. Quanti anni regnò Roberto, chi restò suo Successore ?
   Giul. Ebbe il Re. Roberto un solo Figliolo, chiamato Carlo senza terra, Principe di gran aspettazione, e da tutti i Scrittori celebrato, il quale morì vivente il Padre a 10 Novembre 1828, lasciando due fanciulle Giovanna e Maria, e non tre, come hanno detto alcuni computandoci Margherita Figliola di Maria. Ora Roberto vedendosi senza Figlioli, e sentendosi tuttavia invecchiare, per stabilire la successione del Regno, pensò di dar Giovanna ad uno de' Fig'ioli di Carlo Uberto suo Nipote Re d'Ungheria, e per tale effetto vi mandò solenni Ambasciatori. Il Re Carlo accettò l'invito, e fatta elezione di Andreas (1) suo secondogenito si partì d'Ungheria
   (1) Andrea.

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