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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   ria, e con lettere sollecitato da Papa Urbano, se ne venne in Roma l'anno 1380 (1), e fu coronato solennemente del Regno di Napoli, e chiamato Re Carlo III. Dimorò per alcuni mesi in Roma, per poter compitamente far apparecchio di guerra; poi, partitosene 1' Agosto del seguente anno 1381 se n'entrò nel Regno, e senza trovare nis-suno ostacolo, si presentò a Napoli. Or mentre Ottone Marito della Regina esce da una porta per far battaglia, Carlo entrò per un' altra, che dai Napoletani gli fu aperta, e senza perdere momento di tempo, assediò il Castelnovo, ove la Regina si era ritirata in modo che Uomo vivente né poteva uscire, né entrare. Il Duca Ottone, che si vide tradito venne a battaglia con le genti di Carlo, e sebbene Egli, ed i suoi valorosamente combattessero, nulladimono, essendogli ferito, e morto il Cavallo, che aveva sotto, fu fatto prigione, e menato al Re. Spaventata di questo fatto la Regina, e venuta a parlamento con Carlo nel Giardino del Castello, lo salutò come Re, chiamandolo Figliolo, e Signore, ed avendo raccomandato se, ed il marito, si diede in suo potere. Fu la Regina benignamente raccolta dal Re Carlo, e trattenuto alcuni giorni in Napoli con speranza di ottenere in dono da lei i stati, ch'ella aveva in Provenza, ma vedendo riuscir vana la sua aspettazione, la mandò ben accompagnata nella Città di Muro. Avuto, ch'ebbe Carlo il Castel novo pose in libertà Ottone con condizione, che uscisse subito dal Regno. I! che fu da Ottone mentre visse il Re Carlo inviolabilmente osservato. A-veva già la Regina Giovanna, quando udì la prattica del Papa, assai prima, che il Re Carlo entrasse nel Regno adottato per Figliolo Luigi Secondogenito del Re di Francia, ch'era Duca d'Angiò e con soleune caotela fattogli liberamente donazione del Regno dopo sua morte: della qual cosa avendo avuto avviso Luigi, si preparava con grosso esercito, per venire al soccorso di Lei. Ma Carlo udendo tale apparecchio, per privare del tutto Giovanna di questa speranza, la fe' strangolare nel Castello di Muro, nel quale stava ritenuta, e così
   (1) 1381, secondo Teodorico di Niem, scrittore di veduta riferito dallo Spondano in quest'anno, num. 12. Istoria del Di Costanzo, ediz. napoletana del Borei e Bompar, -1839, Lilt. 7.

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