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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   Giul. In fine dovressirao portar sempre scolpito nel Gore quell'utile avvertimento del Profeta Jacta cogitatum tuurn in Domino, et ipse te enutriet. Perchè tutti i nostri pensieri intenzioni, ogetti, e scopi sono vani ogni volta che non sono dirizzali a quel fine per il quale Iddio ci ha creati. Ma lasciamo ai Teologi il ragionare di questo, e noi ripigliamo il filo della nostra Istoria, e domandate, che cosa desiderate di sapere.
   Roti. A Voi tocca il cominciare a raccontare il successo di Carlo, e quel che avvenne in questa Città, mentre egli vìsse, ed ebbe il Regno.
   Giul. Sparsa la fama dell'entrata di Carlo in Napoli della rotta, e presa di Ottone, e del miserabil fine della Regina, tutti i Baroni del Regno, fuorché tre Conti e le Città di dominio mandarono Ambasciatori a dargli ubbidienza. Tra le quali fu la nostra Università, che mandò subito due Sindaci a giurar fedeltà, e non molto dopo con mia lettera a supplicarlo, che dovesse mandare al Governo di questa Città un Lodovico d'Esio, che aveva sempre esercitato importanti officii, e Governi, ed era universalmente riputato Persona insieme giusta, e severa, delle quali condizioni la Città cominciava ad aver bisogno per gli occulti odii, che nei petti di alcuni Cittadini principali erano generati. Il Re si compiacque, ed amorevolmente li rescrisse di questo tenore Carolus Rex Siciliae, et Hierusalem Ficleles dilecti recipimus licteras vestras noviter nobis missas, quarum audita serie, vobis praesenlibus respondemus, quod salis placitum, et acceptum habemus, quod vir nobilis Ludovicus de JEsio miles, nosterque Ciambellanus fìdelis dilectus sii vesler Ca-pitaneus, et per nos Capitaniae officium exercens ad honorem, et fìdelitatem nostrani, vestrumque bonum prosperimi, et pacift-cum etc. e dopo alcune parole finisce. Dalum die quinta Mai se-ptimae indictionis 1384.
   Rob. Che seguì dell'adozione che fece la Regina Giovanna di Luigi Duca di Angiò ?
   Giul. Luigi subito ch'ebbe avviso essere da Giovanna eletto per Figlio adotlivo, e Successore del Regno, si preparò per venire in sua difesa, e sebbene prima che si partisse di Francia, aveva udito, che Giovanna era morta, si mosse con un poderoso Esercito , con intenzione di scacciar di Roma Papa Urbano a grazia di Cle-

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