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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   Gìul. Un'altra volta vi ho detto, che la Città anticamente possedeva molti altri Castelli, e luoghi, che ora non possiede, ma Io non sò dire altra cagione, se non quella, che ieri vi dissi.
   Rol). Chi succedette al Regno dopo la morte del Re Carlo ?
   Gìul. Quando il Re si partì per Ungheria lasciò due piccoli figliuoli, Ladislao, e Giovanna sotto la cura della Regina sua moglie, alla quale aveva anche imposto, che col parere dell'ordinario Consiglio governasse ¡1 Regno. Ma udendosi in Napoli la sua morte, fu il tutto ripieno di confusione, di guerre, e di discordie, perciocché Papa Urbano dicea, il Regno esser ricaduto alla Chiesa essendone stato Carlo legítimamente privato. Luigi II. d' Angiò figlio di quel Luigi, che morì in Bisceglia fu investito, e coronato di questo Regno da Clemente Antipapa in Avignone, e si preparava di venire all'acquisto di esso. Ottone di Brunvich già marito della Regina Giovanna udita la morte di Carlo, vi si trovò in un batter d' occhio, e molti Raroni affezionati degli Angioini, che secretamente odiavano Carlo, udita la sua morte si ribellarono. Talché la Regina Margarita in tante rivoluzioni e motivi di guerra, tenendosi mal sicura in Napoli se ne andò a Gaeta con i figlioli, con gli amici, e con le più preziose sue cose. Ritrovandosi adunque il Regno in queste turbolenze, confusioni, « come che senza Re, ed essendo da ogni parte trapazzato, quei che erano potenti, facevano a lor modo, occupandone chi una parte, e chi un'altra, ed allora cominciarono le ruine, e le calamità di questa nostra patria, essendo per prima, (ancorché alle volte avesse avuta alcune legiere percosse) del continuo cresciuta di ricchezze, di nobiltà, di riputazione, e di numero di abitatori, invidiata da tutte le Città di Apruzzo.
   5.
   Rob. Era forse ia Città a quel tempo più ampia, che oggi non é ?
   Gìul. Non già di circuito di Muraglie, ma non vi erano gli Orti, gli Oliveti, e le Campagne, che vi sono ora, essendo tutta ripiena di case abitate, e si dice, che al regio conto era numerata sei mila fuochi, ed Io tengo, che sia vero, argomentando dai regii tributi,

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