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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   Paladino sia nome derivato da Melatino. La seconda d'onde avete notizia, che la Città a quel tempo abbia partoriti molti A^escovi.La terza come sapete, che nella Città ci siano stati Guerrieri, ed Uomini illustri, e di conto.
   Ovai. Darò risposta a tutte e tre le vostre domande, e comin-ciarò dall'ultima, che nella Città siano stati molti Guerrieri, io so per relazione degli antichi, che l'avranno udito dagli altri antichi, e per le sepolture sopra terra, nelle cui coperte erano intagliati i ritratti di Uomini armati di tutt'arme con i nomi di ciascuno , e tempo della loro morte.
   Rob. Ove sono queste sepolture? Io non ho vista pur una.
   Gìul. Alcune erano nella Cattedrale, altre in S. Benedetto, in S. Domenico, in S. Agostino, ma la più parte in S. Francesco , ed in S. Giov., che poi nell'anno 1566 essendo così ordinato nel Sacro Concilio di Trento, furono da Monsignor Giacomo Silveri buona memoria fatto levare.
   Rob. M'incresce in vero, che si belle antichità siano guaste.
   Gìul. Fu necessario ubbidire alle ordinazioni del sacro Concilio, ed anche perchè occupavano gran parte delle Chiese, rendendole di brutta vista, ma se fossero stati vivi alcuni dei loro discendenti, credo, che 1' avrebbero almeno impetrato, che eguale al pavimento fossero lasciate stare. E non ha molto, che fuori della Chiesa di S. Francesco Io vidi appoggiata al muro una statua di marmo di mezzo rilievo, ancorché in gran parte guasta, armata coli' elmo in testa, e con la spada tra le gambe, ch'era stata una coperta di sepoltura.
   Rob. Mi appago. Ora datemi relazione dei Vescovi.
   Gìul. L'arme intagliate in pietra, che si veggono in alcune porte delle Case dei Cittadini, con le mitre in cima degli scudi, dimostrano, che molti siano stati i Vescovi nella Città, ma Io ho trovato memoria solo di sette, le quali vi posso dare relazione. Il primo fu Vescovo dell'Aquila nel 1379 F. Berardo dell'ordine di S. Domenico, del quale fa menzione Berardino Cirillo negli annali di detta Città. Il secondo fu Antonio de Benedictis Dottore di legge, Vescovo di Chisania; la sua casa era all'incontro della Chiesa di S. Marco. Ei fe' edificare, e dotò detta Chiesa, di lui si fa menzione in una bolla, che conservo presso di me. Il terzo fu Vescovi) di Monopoli.

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